Nel video https://vm.tiktok.com/ZNHgb6cy8BprF-9z9WX/ viene esposta una recriminazione contro l’usanza di alcuni distretti in Cina considerata maschilista (patriarcale? Se vogliamo usare un linguaggio ridicolmente pseudo politico) di comprare la moglie dalla famiglia di origine, senza peraltro averne un beneficio, di ritorno alla famiglia donatrice. Carina è la lamentazione a favore dei poveri fratelli dello sposo, lamentazione che è in linea con il poverinismo sussidiario della “cultura” europea dei nostri bui tempi.
Direi che è una analisi MORALE fatta, come spesso accade, senza un orizzonte storico, non immersa cioè in un’analisi del meccanismo SOCIALE atto a favorire esattamente quella società; siamo pieni di pregiudizi sul passato perché nonostante la nostra pretesa intelligenza rifiutiamo e non vogliamo capire il significato della tradizione.
Alcune osservazioni preliminari…
Nel video l’autore ha dato un’informazione estremamente rilevante quando ha specificato trattarsi di un distretto “ad alta prevalenza maschile”, quindi le donne sono molto “corteggiate”.
Le società si sviluppano in funzione delle capacità dei singoli di contribuire. Nella nostra i maschi ad esempio sfidano la sorte rischiando e molti ci lasciano le penne, il tutto con uno scopo ben preciso: mettere in evidenza i più avventurosi e nello stesso tempo sufficientemente accorti da saper sopravvivere.
Quindi i meccanismi evolutivi cercano di concentrare le opportunità in direzione dei più adatti. L’usanza descritta dell’acquisto della moglie e che scandalizza i più è esattamente una delle forme possibili di selezione dei più adatti quando in presenza di forte disparità numerica tra i due sessi, come enunciato nel video: colui che sarà in grado di pagare in anticipo un alto prezzo esibirà maggiori probabilità anche di creare un’economia fiorente per la famiglia, rispettando perciò i dettami della selezione delle specie, perché potendosi permettere uno spreco, fornisce buone garanzie per una probabile capacità di generare surplus.
Nella nostra società ad esempio e per confermare, i giovani scapoli spendono molto per oggetti ed attività vistose proprio per esibire e quindi dimostrare – senza che siano coscienti del meccanismo – una potenzialità economica sufficiente per una famiglia, una volta ridimensionato il loro esibizionismo a seguito dell’incapsulamento in una propria famiglia che dal momento della sua definizione avrà necessità collettive di tipo completamente diverso.
In cosa è viziata questo tipo di analisi che è ormai imperante: ci soffermiamo sugli aspetti individualistici e pertanto veniamo tratti in inganno non solo in questo caso ma in ogni altro in cui il buonismo, egualitarismo, etc. si focalizzano sui diritti del singolo perché generati in un contesto culturale distorto di una società completamente priva di necessità di pura sopravvivenza sia in quanto famiglie e pure come società stessa; sono frutto di ideologia razionalista che ha trasferito al particolarismo ossessivo l’autorità per giudicare il Tutto in una cornice di Riduzionismo.
Questo approccio intellettualistico cercherà sempre di sovvertire un’usanza antica che invece è probabilmente all’origine del successo nella sopravvivenza di un popolo. L’intelligenza dell’uomo è puntata cioè solo sul proprio comodo, la propria zona di comfort, accordata con la percezione di una società che non vive di persona da molto tempo un rischio complessivo esiziale e che continua a negarsi l’evidenza di una crisi destrutturante praticamente irreversibile alimentata proprio da questo tipo di intellettualismi: i cosiddetti intellettuali giochicchiano con le idee creando nel proprio mondo ideale panglossiano un modello che ci trattiene irrimediabilmente sulla riva dell’Acheronte in attesa di trovarci proiettati ben oltre.
Dagli intellettuali ci salvi Dio che dagli imbecilli mi basto io!
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