5 giu 2017

Economia e industrie 4.0. Ma davvero?!


A volte quando sento parlare di Industria e sviluppo economico 4.0 rabbrividisco: facendo una valutazione dei benefici e degli scenari che si aprono con la maggior automazione e con una maggior consapevolezza di chi partecipa al processo produttivo il modello di cui si sente parlare oggi in continuazione sembra interessante, ma io mi pongo due semplicissimi quesiti:
 
1) dal punto di vista finanziario, come si comporteranno i grandi investitori di fronte al lento muoversi del payback economico? In questa fase in cui la speculazione sulle previsioni di successo delle imprese e dei vari start up la remuneratività economica per gli investitori finanziari è grandissima, ma con il procedere del tempo, quando i mercati cominceranno ad essere più stabilizzati e poi diventeranno maturi, il payback non sarà più così interessante e con il diminuire del circolante "di scommessa" immesso dalle banche centrali e dal sistema obbligazionario, l'economia degli acquirenti potrebbe cominciare a creare la tanto temuta periodica stagnazione.

2) come si comporterà l'ambiente e la disponibilità delle risorse? Infatti i processi produttivi automatizzati sono multi level, (intendo che le automazioni prevedono che anche le automazioni vengano prodotto con sistemi automatizzati e anche le loro automazioni, si pensi alle innovation farms incubatoi etc.). In una tale organizzazione del comparto produttivo i beni prodotti diventano commodities e quindi assumeranno il carattere di flusso continuo tra i punti da cui si estrarranno le risorse e i mercati finali, senza considerare mai in questo progetto futurista la questione delle risorse e degli scarti; ad esempio: cosa accadrà ai prodotti una volta terminata la loro vita operativa. Dove andremo a prendere le risorse di materiali di cui abbiamo bisogno? Cosa accadrà degli ecosistemi dove cercheremo di andare a prendere le risorse che l’economia pressata dalla finanza avrà bisogno di impiegare? Cosa ne sarà dell’economia quando si troverà a dover acquistare le materie prime da organizzazioni che fanno comunque capo agli stessi sistemi finanziari che le hanno lanciate a dover coattamente produrre milioni di unità di beni di consumo che richiedono oggi sempre più materiali rari e strategici che sono legati al dominio di intere aree geografiche?

Il modello della cosiddetta industria 4.0 (che nulla ha a che fare con l'industria 4.0 secondo Otto Scharmer et al. -  si vedano i vari corsi del Presencing Insitute tra cui in particolar modo Just Money -) prevede risorse di materie prime infinite e un mercato altrettanto infinito.
Posso prevedere che a questo mercato economico diretto, si integrerà – in un primo tempo - ma poi si contrapporrà un mercato di specializzazioni sulla persona con servizi dedicati, che saranno in gran parte organizzati in forme o di puro volontariato o di organizzazioni social che avranno lo scopo di ripartire oneri sui beneficiari e guadagni su una vasta popolazione che non avrà più un legame continuativo e solido verso un'economia reale e ancor meno un legame verso il sistema finanziario e monetario. Vi ricordate come si è formato il cristianesimo dei primi secoli?
A tutto ciò si affiancheranno energie alternative, ma soprattutto i sistemi economici alternativi, che verranno perseguitati (PERSEGUITATI: è corretto) dai governi in quanto generatori impliciti di un mancato pagamento di imposte atte a mantenere la macchina governativa e le sue spese, che saranno le uniche risorse per una notevole parte della popolazione. Fenomeni di anarchismo energetico o relazionale diverranno la norma. Economie non ufficiali diverranno il modo per molti di sopravvivere, creando circuiti sociali completamente avulsi dai sistemi di relazione come li abbiamo conosciuti fino a dieci anni fa: azienda, lavoratore, sindacati, banche stato/governo etc. e come continuiamo a pensarli oggi.
Saranno sostituiti da economie non ufficiali che si muoveranno sulla base della disponibilità di energia, lavoro, alimenti, servizi, sharing di qualsiasi cosa, ma in forme assolutamente scollegate anche con il grande sistema delle Start up che vediamo oggi.
Il sistema delle start up e la grande illusione dell’innovazione tecnologica infatti sono uno degli ecosistemi in cui tenere attivo quel sistema speculativo che anticipa per chi investe ora - e soprattutto per chi ha creato un sistema di investimenti organizzato - il possesso di ciò che potrà produrre high revenues nel prossimo decennio, per poi abbandonare le vuote carcasse a chi se ne sarà preso cura nella sola forma economica, di quei processi economici di venture capital avviati oggi, quando il mercato, come già detto più sopra , sarà diventato stabile e poi maturo.

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