3 nov 2012

La creatività non è dell'Italia

Le mie esperienza recenti, in ogni occasione: dalla gita in montagna a che film andare a vedere, o che direzione far prendere ad un gruppo di intellettuali, in Italia richiede fondamentalmente una cosa: "da che parte stai?". Questo è il primo requisito che viene chiesto ad ogni Italiano.
Sarà che siamo nati in una nazione che nazione non è mai stata, che l'opportunismo di cui ci ha parlato Indro M. è un'altro caposaldo della nostra cultura, ma nell'opportunismo troviamo sempre come prima domanda quella, prima ancora di sapere i presupposti della fazione a cui si deve aderire.
In un contesto di questo tipo, tenendo conto di cosa significa Intelligenza Collettiva, e di quale environment necessita, è chiaro che la creatività non può allignare qui, dove il meccanismo dell'appartenenza ad una fazione è principe. La fedeltà implica la condivisione delle emozioni di bandiera (o di campanile)e in nessun organo dove è richiesta la fedeltà può entrare e sopravvivere un creativo. Un creativo vero, uno di quelli che pensano con idee innovatrici affonda la sua capacità nel dubbio e nella provocazione, desidera avere dagli altri risposte che mettano in crisi il suo sistema innovato; non può creare spostamenti di millimetri, deve cercare di produrre un'onda d'urto elevata per vedere i segnali sismici di risposta, solo così può capire come è fatto il sottosuolo della realtà, di quella realtà che in molti condividono, ma spesso solo come vaga percezione. Le onde sismiche di una grave provocazione, spesso fanno affiorare frammenti e diafane immagini di una realtà ignota che il creativo sa fare confluire in un modello più avanzato di ogni singolo frammento di interpretazione in possesso agli altri, singolarmente.
Ma vi figurate in un clima di aderenza ad una fazione un creativo vero che lancia una provocazione? La prima cosa che rischia è di essere malmenato dalla sua stessa fazione e una volta lasciata la sua, non può certo sperare nell’appoggio dell’altra , quindi ha due opzioni: o si allinea con la sua fazione e la smette di provocare e comincia “a parlare come mangia”, o vive da solo isolato e spesso vilipeso da entrambe le fazioni che si contendono il terreno dello scontro, sulla base di un’effimera auto-definizione di “Noi siamo i buoni”
L'Italia un paese creativo, forse solo nella moda e nelle canzoni.
Ma forse esistono anche quelle libere repubbliche dove si viene accolti per quello che si sa e che si è disposti a fare per gli altri e non per la fedeltà che si è disposti a giurare all’atto dell’assunzione.
Sono poche e sempre più nascoste agli occhi della maggioranza, o appaiono come dei miti irraggiungibili.
E lo sono per i più!

19 set 2012

Misurabilità non significa controllare un processo

Da un Thread di discussione "in alio loco"

Stavo meditando tra ordine e caos, e sono arrivato ad una conclusione: troppe persone, oggi, hanno un concetto di Ordine che coincide solo con un'area di misurabilità dei fenomeni e per il pensiero sistemico - cui in parte mi rifaccio - credo sia ritenuto un grave problema che le organizzazioni che si definiscono Ordinate devono superare.
Dalla misurabilità all'illusione del controllo il passo è breve!

L'estensiene del Background

Quando si parla di soglia del caos, mi vengono in mente gli studi sui fenomeni armonici e le trasformate di Fourier, il Caos oggi è una zona dove le variabili in gioco non sono ancora state identificate (Potete vedere il gruppo Quantitative Complexity Management in Linked In) e dove appartengono ad un rumore di fondo non sempre decifrabile.
Siamo in un'epoca in cui il background è diventato così vasto (cerco di dare la sensazione di questa affermazione: le ISO9000/UNI29000 hanno ampliato la zona di background inserendo nel sottofondo ambientale della vita aziendale anche tutta una vasta area di inconvenienti che normalmente appartenenvano alla zona della mente "Fai attenzione!") che alcune perturbazioni che nei tempi passati (anche solo 40 anni fa) sarebbero appartenute all' "indecifrabile/non percepibile" oggi sono considerate perturbazioni di sistema.
 

Razionalità contro Logica

(Spiego qui perché contrappongo razionalità e Logica)
Quando analizziamo la realtà abbiamo in compenso la tendenza a utilizzare le armoniche che ci paoino più utili e ad escludere quelle che invece non sappiamo gestire. Questo modo di agire è ciò che io chiamo il pensiero razionale, il quale si muove solo nell'area del dimostrabile, ed io lo contrppongo al pensiero logico che desidera per sua natura inglobare ogni possibile indimostrabilità come appartenente al sistema stesso, perché il sistema esiste indipendentemente dalla sua misurabilità.
In questa dicotomia, ho inserito uno strumento sulla zona di confine che è "il Paradosso", un'area dove alcune regole sono valide ma provocano contraddizione in ciò che consideriamo asserzioni ortodosse.
Ma il paradosso comunque, nella mia visione, sta sul limite di ciò che è comprensibile e non di ciò che è semplicemente enunciato. Il pensiero razionale si nutre di enunciati.
Mi è difficile pertanto accettare ad esempio come metafora del confine tra ordine e caos le teorie che partono dal campo delle affermazioni (o postulati) aprioristiche ed oggi nel caos della mente razionale Occidentale e della crisi del sistema delle dimostrabilità l'inquinamento delle affermazioni aprioristiche è ormai quasi completo. Restano pochi difensori del pensiero logico e molti, troppi vagolatori del pensiero razionale: vagolano perché necessitando di affermazioni e postulati, facilmente cadono preda di teorie inconsistenti che poggiano su postulati assolutamente nominali, quale ad esempio tutta la congerie di affermazioni basate sul concetto di Energia in cui in tale vocabolo vengono fatti confluire e congiunti concetti assolutamente non congrui, quali: "eccitazione della mente", "energia come definita in fisica" e altri fenomeni che avvengono in presenza di energia come "vibrazioni" etc.

Gli Esperti: paladini della Sindrome del Controllo.

In tutto questo caos (non caos nell'accezione già citata, ma nel caos del pensiero), entrano in gioco gli esperti. Io, peronalmente, sono del parere che anche solo enunciare la parola "esperto" si entri in un area di rischio: gli esperti sono gli alfieri della razionalità, della misurabilità, della sindrome del controllo. In quella discussione avevo usato M. Monti come unico esempio, ma era un colpo basso poteva essere un ragionamento induttivo e me ne sono scusato, ma era ed è comunque un caso embelmatico ed eclatante.
Cosa è un esperto? E' esperto a quale livello? nella mia vita ho incontrato molti esperti e lo erano sempre solo fino ad un certo meta-livello, cioè solo fino ad un certo piano degli infiniti livelli che compongono un problema ad esempio di tipo aziendale:
  • il sintomo
  • la causa
  • il sistema che genera la causa
  • lo spirito nel team dove si lavora
  • la relazione tra le persone
    • il significato di soddisfazione di chi lavora
    • il riconoscimento del ruolo di ogni persona
  • il significato che la qualità ha nell'azienda
    • prodotto
    • servizio
  • il posizionamento dell'azienda nel mercato
  • etc.
Ma la loro expertise si fermava sempre ad un numero limitato di variabili e di livelli e si perdevano quasi regolarmente il plot generale.

Conoscenza verticale Vs Conoscenza trasversale

Se la profondità di conoscenza in un ambito può essere strumentalmente proficua, la incapacità di muoversi a lato è spesso un limite quasi insopportabile per far fare un balzo in avanti ad un'organizzazione di qualsiasi genere.
Spesso nella sofferenza e nel languire di certe organizzazioni ed aziende si rintraccia un DNA cellulare, con un destino di replicazione e di funzionalità definite ineluttabile. Manca cioè la visione di un organismo, di una entità cioè che oltre a mettere in moto meccanismi deterministici, sia anche in grado di affrontare l'inatteso e di metter in campo azioni molto più complesse di quelle di una sola cellula. Le prassi nelle organizzazioni spesso sono più delle risposte meccaniche a sollecitazioni dirette. E' importante mettere in campo processi evolutivi dettati non soltanto da queste sollecitazioni, ma anche da percezioni a lato, è importante introdurre nuove prassi che tengano conto di queste percezioni: è importante avere nelle organizzazioni persone in grado di cogliere ciò che è apparentemente marginale.
I processi evolutivi infatti nascono dalla sopravvivenza apparentemente casuale di prassi nuove. Queste hanno maggiori prob abilità di successo se riescono a tenere conto del caos e del rumore di fondo.
Ma noi siamo sempre più propensi a credere nel Lamarckismo che nel Darwinismo: il Darwinismo è sistemico - tutto può contribuire alla modificazione della specie testando i singoli - , il Lamarckismo è lineare e razionale, induttivo - ogni sinbgolo si trasforma, basta volerlo!-

Io non ho dubbi con quale stare.

6 ago 2012

Guerra finanziaria totale: Diluire le finanze monetarie dei paesi concorrenti.

Il tutto è nato rispondendo ad un post che poneva la solita insulsa proposizione: Se usciamo dall'Euro siamo a posto, abbiamo risolto tutti i nostri problemi (nel post si parlava persino di poter così fare concorrenza alla Cina [???] )

La questione dell'Euro è materia delicata: pensare di uscire dall'Euro per risolvere i nostri problemi è come disabilitare l'allarme anti-incendio su una nave in fiamme per tenere tranquillo equipaggio e passeggeri.
Senz'altro per l'Italia stare nel'Euro è una sofferenza, sofferenza che però non vuole dire un male. La sofferenza che subiamo è simile alla rieducazione del fisico dopo un grave incidente; noi però abbiamo accettato di fare la rieducazione, ma non abbiamo ancora messo in ordine le ossa ed è questa a ragione per cui continuiamo a sentire terribilmente male. Anzi ogni giorno che passa sembra sempre peggio: perché è peggio, se non mettiamo a posto la struttura, stare nell'Euro ci provoca dolore, sofferenza e danno, ma ne siamo noi la ragione, non l'Euro.

Soffrire nell'Euro

Stare nell'Euro dà al nostro paese la misura dell'inefficienza del suo apparato statale, se ricominciassimo con il balletto delle svalutazioni oggi dovremmo fare la coda ai distibutori di carburante ogni 50km per ridurre le perdite economiche degli aumenti sugli energetici.
Ma ridurre le spese significa qualcosa di molto più radicale di quello che si va ipotizzando oggi e spaventosamente più radicale di quello che si STA facendo oggi e questo forse non potrà mai accadere.  Meglio la guerra civile e il probabile medioevo prossimo venturo, questa sarà la NON SCELTA italiana.

In quanto all'Euro, è tra le tre/quattro monete mondiali la più debole, perché costituita da apparati statali inefficienti a da una cultura prevalente di pensatori e non di operatori.
Non si può vivere di sole royalties e Hig Tech, perché non siamo una popolazione di 35 M di abitanti, ma venti volte tanti (non ho il dato sottomano, ma non ha molta importanza l'esatta quantificazione della popolazione).


Perché Rockfeller ci dovrebbe guadagnare?

La pressione che sta subendo a causa del continuo flusso di moneta verso i blochi orientali, determina la necessità di creare nuovo circolante.
I vari Rockfeller etc., credo che in questo momento siano abbastanza spaventati, non credo che si sentano particolarmente al sicuro. La Cina e l'India, sono ben al di fuori della loro portata e possiedono un'anima monetarista indipendente e antagonista, con la strana tendenza alla fagocitazione di Euro e Dollaro.

Il tutto è una guerra sotto altri aspetti che si sta combattendo tra blocchi economici a chi "fa diluire per primo l'altro, fino a renderlo sub-fisiologico e quindi a chi fa collassare per primo l'altro.
"...e l'Italia parlava di calcio nei bar..."
(G. Gaber).

3 ago 2012

Italia paese dei regolamenti (o del "Non si può fare!")

Siamo in Italia e tutto collima: l'importante è impedire di sbagliare, ma non interessa minimamente risolvere i problemi.

Ospitare è una cosa seria: per adulti

Lo Spunto è tratto da una circolare del Ministero degli Interni, dipartimento Pubb. Sicurezza, Uff. per l'Ammin. generale, Ufficio per gli affari della Polizia Amministrativa e Sociale: doc. 557/PAS.13182.12012(1): solo il preambolo del documento è già scoraggiante.

Il quesito era: si può accogliere un minorenne non accompagnato dai genitori in un esercizio ricettivo (Albego, B&B, agriturismo etc.)?
La risposta molto sibillina, piena di anacoluti, lascia il minore per strada e dice in breve: "NO, non si può!", senza dire cosa si deve fare se la situazione richiede che il minore venga ospitato (ipotesi: treno perso e notte piovosa di Inverno).
Probabilmente per il legislatore è meglio che il minore si aggiri per le strade di notte, è più sicuro che essere ospitati in un albergo!

La risposta del Ministero

Ecco per i curiosi la risposta del Ministero delgi Interni (probabilmente i minori non accompagnati devono rimanere "Esterni").
>>>
Si fa riferimento alla nota a margine indicata,con la quale codesto Ente (l'associazione Albergatori di Confindustria, ndr) chiede di conoscere l’avviso di questo Ufficio circa la possibilità per l’esercente la struttura ricettiva "convenzionata" di dare alloggio a minorenni non accompagnati dai genitori, in contrasto con il dettato dell’articolo 109 del t.u.l.p.s..
Al riguardo, si rappresenta preliminarmente che con detto articolo viene imposto ai titolari di esercizi ricettivi di dare alloggio esclusivamente a persone munite della carta d’identità o di altro documento idoneo ad attestarne l’identità. (---e fin qui potrebbe andare tutto bene, anche se, un minore senza documento...---)
Ciò premesso, un minore che si presenta presso una struttura ricettiva non accompagnato dai genitori, anche se munito di documento di identità, non può essere ospitato nell’esercizio medesimo. (--- ahi, meglio per strada che al caldo e al sicuro!---)
Nel caso in cui il minore sia accompagnato da un persona maggiorenne, questa dovrà munirsi dell’assenso dei genitori del minore stesso, e seguire la prassi come se il minorenne facesse parte di un "gruppo familiare”. (---su questo sono d'accordo, ma non so però come l'albergatore possa sapere che il documento è valido autentico e veridico ma per sicurezza porrei comunque l'obbligo che sia ospitato in una stanza diversa dal maggiore e/o con coetanei---).A tal proposito, con decreto del Ministro dell’Interno del 5 luglio 1994, viene testualmente riportato che per i nuclei familiari è sufficiente la compilazione da parte di uno dei coniugi, che indicherà l’altro coniuge ed i figli minorenni alla voce "altri componenti familiari”. (---compilazione di cosa?, ma è chiaro della denuncia di arrivo; potevano anche specificare, ma sono più interessati alla compilazione del modulo che alla sicurezza del minore e alla verifica della veridicità della delega---)

Siamo in Italia, se fai sbagli, e allora tu non fare e vedrai che non sbaglierai...
...alla faccia del Buon Samaritano.

31 mag 2012

I siti ufficiali con gli orari delle ferrovie

I contenuti dei siti sono ancora decisi dagli informatici e non dagli esperti di comunicazione.

Oramai sono due anni che ho intensificato l'uso delle ferrovie nel mio sistema intermodale di muovermi (mi sento quadsi una merce, più che un umano) tra Verona e il resto del mondo.

Per fare ciò, giro più di un sito per rintracciare orari e costi ma una cosa ancora mi stupisce:
il fatto che dopo molti anni che esistono tali siti, tutti i web masters del settore non hanno ancora percepito che le informazioni che danno a chi consulta On Line gli orari non corrispondono con le informazioni che si trovano nelle stazioni. Quindi chi viaggia in Italia, per ferrovia e su percorsi nuovi o poco usuali, ha sempre il brivido della conferma dell abuona qualità delle informazioni che riesce a raccogliere.

Mi spiego meglio:
Se devo prendere un treno che mi porti da Milano a Cormano (MI) - la mia passata residenza da uomo sposato - sul sito di Trenord riesco a trovare:
  • la categoria del treno (che non mi interessa per nulla)
  • la data di arrivo (raramente diversa da quella di partenza, per cui largamente ignorata dagli utenti normali)
  • il pulsantino per vedere il dettaglio.
Qui posso venire informato di:
  • tutte le fermate intermedie
  • il numero del convoglio, in genere di tre quattro e anche cinque cifre che, come lo si legge, è già stato dimenticato.
  • l'orario di arrivo distinto da quello di partenza (da uno a due minuti di differenza!)
Ma allora di cosa mi posso lamentare?
Una cosa non viene invece mai specificata ed è la cosa più importan (specie se come me arrivate all'ultimo minuto in stazione e avete un disperato bisogno di raccogliere informazioni On-the-fly): la stazione di destinazione finale del treno che dovete prendere, quella per intenderci che compare sui tabelloni mobili delle stazioni.
E' strano, eppure è quasi l'unica indicazione che tutti usano, più ancora che l'ora di partenza.
E' l'indicazione che mi guida alla scelta del binario e che mi rassicura di non stare andando a Verona invece che ha Ginevra (evento realmente accaduto che mi ha permesso di diventare amico di una giovane Italo- Francese che abita in Polinesia; tutto sommato un colpo fortunato).
E' possibile che il responsabile del progetto informatico non abbia mai cercato un treno sul tabellone? Oppure ha imparato, come tutti noi Italiani, a dirsi: "ma guarda se si può essere così cretini da non mettere un'indicazione del genere! Le ferrovie soon proprio al catafascio! Venirre loro un accidente!"

Spero che anche le sue maledizioni contribuiscano all'effetto desiderato nelle mie!

30 apr 2012

La Formazione in azienda è misurabile?

I Modelli di formazione in azienda condividono il modello di guida dell'azienda stessa: emozione (Vision) e/o preparazione sono i due fronti su cui è importante lavorare.
Le aziende in generale limitano la loro azione solo alla preparazione tecnica dimenticando di creare lo "spirito di corpo" necessario al miglioramento.

Io trovo nella domanda "La Formazione in azienda è misurabile?" un'analogia all'altra annosa questione aziendale: i leader si formano o nascono leader? Mi spiego meglio, molte aziende vengono gestite, pochissime sono guidate da veri leader (alcune, onde sgombrare il campo da falsi miti, falliscono anche se guidate da veri leader).
La formazione misurabile per mia opinione condivide lo "spirito" del management, la formazione non misurabile condivide quello della leadership naturale.
Quindi farei distinzione tra un tipo di formazione emozionale, non misurabile se non per un'idea generale che può rispondere solo ad una domanda emozionale del tipo: "ti è servito?" - e che in generale può permettere l'avviarsi di un ciclo di formazione funzionale più efficace perché orientata ad un sistema "emozionato" positivamente - da un lato e la formazione funzionale stessa che crea il salto "tecnico" (anche se si tratta delle cosiddette "Soft skills" tipo vendite, marketing, buona comunicazione etc.) necessario al miglioramento, dall'altro, e che sicuramente è più facilmente misurabile.

Perché dell'Executive e Vision Coaching?
Sono d'accordo che una certa fomazione debba essere misurabile, ma deve essere sempre introdotta da una "formazione" (la metto tra virgolette perché esula parzialmente dalla formazione com'è intesa normalmente, trattandosi spesso più di una ricerca interiore) emozionale, che non è mai in generale misurabile se non a lungo termine.

Teorema sulla formazione
Con questo posso tranquilamente enunciare un nuovo teorema sulla formazione che ho qui parazialmente "dimostrato":
Se una formazione è a lungo termine (a livello di Vision), è in gerale non misurabile!
(questo può benissimo essere correlato con un mio post sulla complessità).


A solo titolo di esempio anche le competenze relazionali, nel mio modello, sono competenze misurabili, mentre sviluppare il desiderio di allargare il proprio mercato verso un'area dove potrebbero apprezzare la qualità di ciò che facciamo, rientra nel campo della formazione non misurabile (che è fondamentalmente Executive e Vision Coaching!)

16 apr 2012

Fare finanza coi soldi del Monopoli

Continuo a sentire e leggere che molti chiedono soluzioni al problema della disoccupazione procedendo a defiscalizzazioni, contributi etc. Agendo cioè sulla remunerazione e non sull'economia.

Oggi è importante capire che fare girare dei pezzi di carta con sopra scritto "100€" che non hanno corrispondenza con un valore produttivo e soprattutto con un valore di mercato (inteso come globale) non ha nessun significato!

Facciamo una legge che ci obblighi ad essere ricchi!
Non è agendo su incentivi o defiscalizzazioni che si incentiva il comparto produttivo ad assumere persone e che si sposta l'asse economico di una nazione flaccida e pigra come l'Italia; ancora speriamo che, con pochi colpi di legge e garantendo più Euro nelle saccocce dei suoi cittadini, le cose cambino.

Siamo una nazione completamente fuori mercato in tutti gli aspetti organizzativi, produttivi, di serietà, di marketing di espansione di mercato etc., ivi incluso il nostro decantato Made in Italy. A breve anche questo sarà prodotto all'estero (moda, Ferrari, Ducati, Alimentari etc.) non perché ci siano progetti in tal senso (o forse magari sì) ma perché nessuno di noi riesce a capire che non bastano aumenti di stipendio per fare girare l'economia ma è invece necessaria (ma non è nemmeno sufficiente) la capacità di generare prodotti o servizi interessanti per il mercato; questi in generale non li sappiamo creare da oltre 50 anni e dopo tutto questo tempo la situazione è molto peggiorata e da che c'è M.M. al governo ancora di più...!).
Si dovrebbe agire su ciò che fa costare il nostro lavoro OGGI (e IERI): si devono internalizzare i costi . Qui internalizzare è usato nel suo vero significato, cioè di rendere di nuovo pertinenti ed evidenti quei costi occulti che vengono a qualsiasi titolo scaricati all'esterno e per ragioni varie quali ad esempio: demagogia, truffa, ed altro; tali costi sono oggi distribuiti ad altri soggetti che non sono coinvolti direttamente nella loro formazione oppure sono ritardati ad altri tempi non pertinenti
Alcuni esempi: previdenza sociale scaricata alle generazioni future, agricoltura di elite che ci obbliga ad importare materie prime di base e a renderci sudditi alimentari di altre nazioni, costi dello stato che si scaricano nel debito pubblico da saldare in altra data molto lontana.  Tali costi, se internalizzati saranno ridotti al minimo perché resi evidenti; questa operazione non è per il momento nemmeno presa in considerazione perché farlo significa, oggi, mettere mano alla pace sociale.

Internalizzare la pace sociale!
Ma anche questa va internalizzata (sempre con il significato suddetto) e non lasciata in eredità come problema ai nostri figli. Quando il bubbone della dissipazione dei nostri genitori e nonni e la nostra insipienza a risolvere questo problema resterà in mano ai nostri figli, probabilmente verremo - prima generazione nella storia - maledetti da loro!
Il progresso tecnologico in quell'epoca sarà addirittura regredito: noi non produciamo più e non costruiamo più macchine di produzione e non facciamo più tecnologia, non abbiamo più una classe di tecnici da cui pescare l'eccellenza, stiamo diventando obsoleti al punto che l'economia diserterà l'Italia da subito e l'Europa in breve (a seguire gli USA). Ci siamo tagliati il ponte dietro di noi, ma quel ponte era un ponte di corda e anche se corriamo veloci in avanti, non arriveremo in tempo a metterci in salvo.
Cosa ne sarà della pace sociale?  Non è difficile immaginarlo!

Il futuro dei nostri potenti
Cosa ne sarà dei potenti come Mario Monti?
Anche per loro ci sarà povertà, perché faranno parte di quel lato della sfida con l'oriente che ha perso per stupidità e cecità sul medio lungo termine. Perché ha puntato tutto sull'eccellenza, come vogliamo fare noi Italiani.
Perché anche lui sarà tra coloro che non si sono accorti di aver giocato con i soldi del Monopoli: in quell'epoca le case e gli alberghi avranno la stessa opportunità di ospitare gente che hanno quelli del gioco della Parker Bros.
E poi raramente si vince al Monopoli avendo solo Viale dei Giardini e Parco della Vittoria e noi Italiani lasciamo tutto per averli.

Ma forse a Monti sarà già venuto per quell'epoca un cancro o qualche altra malattia e sarà già morto!
Forse!


Non voglio essere tra coloro che saranno maledetti dai propri figli!

2 apr 2012

È lo stato la canaglia

Poiché le soluzioni come quelle che il nostro governo ci ha prospettato sono soluzioni che anche un cretino poteva inventarsi, io mi chiedo sempre (e lo chiedo a tutti) possono essere soluzioni intelligenti?
L'attacco ai patrimoni privati è molto pericoloso: al di là del problema dell'evasione fiscale, i patrimoni privati sono l'unica sorgente di ricchezza per il popolo (in contrapposizione allo stato) che oggi restino all'Italia intesa come genti e non come governo.
Il problema oggi è difendere i patrimoni privati dall'attacco delle tasse, non di metterlo a disposizione di un governo che lo vuole affidare ad uno stato sperperone e assolutamente indifferente all'economia reale.
Anche se dico questo, non ho patrimoni da difendere e il mio settore originale di lavoro non esiste quasi più per cui non ho interessi egoistici da proteggere.
Desidero fortemente la ripresa di un'economia reale non basata sui consumi/elargizioni da parte di uno stato corrotto e corruttore e vorrei che la si piantasse di parlare di eccellenza e alta teconolgia in una nazione dove tutto ciò che ha a che fare con l'alta tecnologia viene immancabilmente cassato da una minoranza anacronistica e faziosa
L'alta teconologia è un miraggio: occupiamoci dell'industria di base. Se non riusciamo a rendere concorrenziale questa vuol dire che non saremmo in grado nemmeno di rendere remunerativa quella da "Oceano Blu": Siamo Italiani, non Americani.

21 mar 2012

Il Medioevo prossimo venturo

In moltissimi casi l'opzione di cedere alla pressione del mercato globale resta l'unica alternativa possibile per mangiare fino a domani.

La ricchezza è immorale
La Ferretti Yachts ha ceduto una parte del suo capitale alla pressione cinese, gli yacht dei prossimi ricconi, saranno costruiti là. Criticare questa situazione è facile, dispiacersene è normale, ma in un paese dove la ricchezza (soprattutto quella degli altri!) è considerata immorale dal 99% della popolazione (verosimile se estendiamo il dato anche ai benestanti invidiosi, come dicevo prima) possa continuare a mantenere vivo il settore del bene di lusso? Se poi ci aggiungiamo quello che sta accadendo come atteggiamento ormai persecutorio verso la ricchezza (che sono d'accordo, in molti casi non è particolarmente limpida!), i beni di lusso scompariranno dall'Italia. Direte va be', ne possiamo fare anche a meno. Il problema è che i beni di lusso erano uno degli ultimi baluardi economici italiani.

La nostra vera ricchezza è il "mercato del Vecchietto"
Abbiamo lentamente perso tutto, ora ci manca solo che affidiamo anche il mercato del vecchietto ai cinesi, mandandoglieli a pensione per pochi euro al mese e poi non ci resta più nessuna fonte di reddito. La situazione a parte la battuta (non ho osato dire " a parte gli scherzi") è veramente grave: so di casi in cui i titolari di aziende ormai chiuse, per sopravvivere, vanno ad insegnare in nazioni straniere le tecnologie che stanno dietro ai manufatti che producevano nel passato; si parla di media tecnologia, quindi con una redditività decente. Ebbene ormai è morta. Quindi non solo non produciamo più, ma stiamo perdendo le licenze e perderemo anche il primato tecnologico e nel giro di pochi anni perderemo anche la conoscenza tecnologica, perché è inutile illudersi, non si può avere una conoscenza astratta e non legata ad un mercato e ad un'operatività.

Il nuovo medioevo
Siamo destinati ad un nuovo medioevo, fatto di feudalesimo (già ci siamo) e di oscurantismo (già ci siamo) e di regresso ad un'economia locale basata sulla capacità di produrre solo beni consumabili (per questo ci stiamo attrezzando).

Credo che sia giusto che una nazione dove la ricchezza è considerata immorale sia da chi non ce l'ha che da chi l'ha accumulata (magari in modo non limpido), essa scompaia offesa ed irata.
Forse dovevamo pensarci prima, prima di parlarne stupidamente male.

17 mar 2012

Un lutto interiore

Ormai separati
Non ne voleva più sapere, erano ormai mesi che andavano avanti recriminando sul passato. Lui era stato balzato fuori dalla sua vita e lei lo aveva escluso perché troppi erano i problemi rimasti e lasciati insoluti.
Nulla del rapporto che era durato più di vent’anni sembra importante. Nulla per cui valesse la pena protrarre questa lenta agonia che ormai si materializzava nell’angoscia, in un nodo che serrava l’esofago, ogni volta che lui entrava in casa.
Era stato una figura che non era più nel suo cuore da molto tempo ma che il senso del dovere l’aveva obbligata ad accettare in ogni gesto quotidiano... (continua)

... e dopo la tempesta
Non so se il mare può annegare il dolore di una morte,
ma la vicinanza del dolore tiene viva la  morte, la morte nel cuore.
Forse un giorno quando tutto sarà finito,
il dolore si trasformerà in mancanza e
la mancanza darà forse la pace,
forse un giorno, o forse mai.

Luca CODELUPPI
(1 Aprile 2007: uno scritto dimenticato in un angolo del mio computer)

15 mar 2012

Sabina Guzzanti è proprio trita e ritrita

Argomenti ormai esausti, perbenismo demagogico, esperti di economia da strapazzo (la soluzione è: aumentare gli stipendi), , la nuova trasmissione della Guzzanti, inizia proprio malinconica, allietata solo da un coro di persone che ridono di battute che girano all'interno di una confraternita.

A parte il narcisismo della Guzzanti che non tollero e che fa il paio solo con quello di Andrea Vianello (si somigliano persino, con la stessa mascella che sorride della propria arguzia e di ciò che si citano addosso), ho trovato gli argomenti della trasmissione "Un Due Tre Stella" così scontati e talmente aderenti al più vieto perbenismo/conformismo di sinistra degli ultimi 10 anni da risultare inutile aver impiegato tempo risorse e ospiti illustri per riassumere in tre ore cose già note e sorpassate.
La Guzzanti ha persino evidenziato con "sottile" ironia cosa significhi - per lei e per chi è "aggiornato" come lei - essere pro TAV: nella sua personalissima accezione, vuol dire essere fra coloro che vogliono fermare la costruzione della TAV, essere PRO attivismo anti TAV un miracolo di contrazione semantica!
Insomma vuole farci passare il seguente messaggio: "Quelli di fuori devono proprio essere scemi se non colgono la naturale posizione che la TAV deve occupare nel futuro dell'Italia!".

L'analisi economica dell'esperto del PD faceva decisamente pietà, orientata com'era all'idea di fare circolare più carta moneta e alzare gli stipendi ai lavoratori di aziende ormai fantasma o sul punto di chiudere.
Possibile che un sedicente esperto di economia non si sia ancora accorto che l'Italia non esporta più perché il costo del lavoro è assolutametne fuori controllo?

Sabina Guzzanti: una boscevica piccola piccola!
In varie occasioni,  con piccole derive da bolscevismo italico, la Guzzanti riesce persino ad affermare - e ci crede pure, dimostrando con questo il suo tasso di ottusità anti-democratica che Guareschi avrebbe definito "trinariciuta" - che in democrazia si deve poter decidere a maggioranza indipendentemente dal fatto che il campione che decide sia ristretto e assolutamente non rappresentativo del desiderio della totalità del popolo italiano (vedi il caso della TAV/Val di Susa contro il resto dell'Italia).
Ovviamente, considerata la democraticità della Guzzanti, ciò è maggiormente vero se il campione ristretto in questione condivide la sua idea. Lei resta sempre un vero esempio di fulgida democrazia da post '68: forse nemmeno M. Capanna era mai arrivato a tanto!
Non so cosa ne penserebbero i non-maiali di Orweliana memoria: forse che "le decisioni di alcuni devono essere accettate perché sono più democratiche di quelle di altri"?

Talvolta penso che si debba sentire superiore agli altri 
(la pessima battuta sulla Fallaci)

Mi viene sempre in mente la sua vomitosa battuta in uno sketch contro la Fallaci dopo "L'orgoglio e la ragione". In diretta televisiva, pensando con questo di essere spiritosa, di fare satira e di poterselo permettere perché lei è - e scusate se è poco - LA Sabina GUZZANTI, fece dire ad una voce fuori campo, mentre imitava la Fallaci con tuta mimetica, elmetto e bombe a mano sul giubbino militare: "Ti venisse un cancro" a cui lei, sempre imitando la Fallaci rispose: "Già fatto!".
Scusate l'espressione un po' colorita: una roba da vero vomito, speculare su ciò.
Quando una persona crede di potersi permettere di dire cose del genere e ritiene che il suo pubblico possa apprezzarle, colloca sè stessa al di sopra dei comuni mortali e il suo pubblico tra una casta di eletti immortali. Siamo all'anticamera del nazismo!

Compagnucci della parrocchietta
Alla fine mi sembravano un gruppo di accoliti, quasi un oratorio di una volta dove le battute sono ormai codificate da poche parole chiave e da espressioni e ammiccamenti: basta un piccolo accenno perché tutti ridano della stupidità di chi non capisce, di chi sta fuori dal loro coro.
Una situazione che in Italia si ripete con lo stesso copione da ormai più di 40 anni, dove gli stupidi sono gli altri, quelli che non stanno con quella classe di persone indottrinate che si credono intellettuali.


Domandona
Ma se la Guzzanti è PIU' uguale degli altri, di che razza è?


PS.
Com'è che tutti i fratelli Guzzanti sono in televisione a fare gli attori comici, spesso in coppia tra loro?
Bravura e determinazione?
Oppure Casta?

24 feb 2012

I primi 100 giorni di Monti: sono tutti completamente pazzi! (o idioti?)

Ho appena ascoltato su Tg24 (so benissimo di chi è) una serie di interviste sui primi 100 giorni di Monti.
 Sono sempre più preoccupato: tutti sono contenti (salvo Cirino Pomicino che si guadagna un mio "mi piace") che l'Italia abbia guadagnato credibilità all'estero.
Ma a che costo?

Il PIL a peripatetiche
Abbiamo in 6 mesi perso il 1.3% di PIL e siamo quindi in una recessione pesante, il pareggio del bilancio che sarà dopo la fine del governo Monti (non so perché ma mi viene in mente G. Prina) è un'illusione mentre la recessione dell'Economia vera è una realtà già adesso: c'è chi dice che la recessione reale è già del 3% se viene valutata al netto di drogaggi economici e sono propenso a credere che sia anche più alta al netto degli ammortizzatori sociali che sono costi sociali che alzano il PIL permettendo spesa.

Si parla delle difficoltà dei lavoratori a reddito fisso, che invece per il momento non hannno alcun problema. Chi ha problemi sono quelli a reddito labile, dai giovani ai 50enni a P. IVA, di costoro nessuno (salvo Cirino Pomicino) ne parla eppure molti di costoro sono dententori di tecnologie e di quello di cui  tutti si riempiono la bocca: il Know How e stanno andando alla deriva con le loro conoscenze e con il senso di abbandono e frustrazione!

La maschera della Morte Rossa (ovvero la PA non si sta accorgendo di nulla).
Risparmi reali su scala nazionale non ne sono stati fatti per l'immediato, ma solo per il futuro. I privilegi sono ancora garantiti a tutti salvo a farmacisti e a taxisti (spero che una sera la moglie di Monti non debba andare in taxi a comprare un farmaco salva vita a suo marito).
La PA (e Monti nemmeno) non ha ancora nemmeno iniziato a pensare di ridurre l'organico o di ridurre i costi.

Evasori fiscali cattivi ed evasori fiscali buoni
L'unica cosa che si pensa di fare è di colpire gli evasori e di portare i 60 miliardi di € dalle tasche di privati a quelle dello Stato: pensate sul serio che Monti & Co le impiegheranno meglio di coloro che le avevano in loro possesso? Che creeranno ricchezza con quei soldi? Ditemi di Sì e mi farò una bella e sonora risata. So che a livello di giustizia sarebbe importante, ma a livello di economia sarebbe un ulteriore colpo verso la recessione.

Un baluba dell’IDV ha persino affermato che il meridione è una sorgente di ricchezza per l’Italia, basta fare detrazioni fiscali, abbuoni previdenziali, finanziamenti per l’industrializzazione e assunzioni a tempo indeterminato. Costui non ha nemmeno pensato che  trovarsi a fare impresa in quelle condizioni è praticamente come essere degli evasori fiscali, solo che lo si è in modo ufficiale.

Ieri avevo paura, ma oggi...
Ma se queste sono le idee che girano nella testa dei nostri esperti politici, ieri ero forse spaventato, oggi sono terrorizzato. Questi idioti sono esperti di politica o meglio di demagogia da vendere alla CGIL e alla Merkel, ma di economia non capiscono assolutamente nulla. Anzi sono pericolosissimi, perché confondono oneri con guadagni, scambiano debiti verso il futuro per opportunità, confondono moneta e debito pubblico con PIL e anche i consumi dello stato con ricchezza economica.

Sono dei pazzi, anzi no sono degli imbecilli totali a cui si dovrebbe impedire di accedere ancora solo per un giorno ai seggi parlamentari dove vanno a fare voto di scambio contro speranza e sicurezza ma che in realtà preparano la povertà di domani pomeriggio.

La criminalità organizzata
Per fortuna non hanno ancora parlato di lotta alle mafie: quelle almeno fanno utili con il loro Export; quelle sì contribuiscono al bilancio commerciale dell'Italia con l'estero, sono un lato sano dell'economia nazionale.
Pensate che trovano anche mille modi di pagare tasse volontariamente sui loro introiti: il giusto modello di Italiani veramente civili, nessuno li obbliga a farlo, ma loro fanno lo stesso il loro dovere di cittadini con il fisco!

Dimenticavo!
L'Art. 18 non si tocca! Questo rende l'Italia un paese dove è interessante investire!

22 feb 2012

Il mio Voto al Governo Monti

Il mio voto al governo Monti è: se penso ai danni che sta facendo all'economia 10, se penso alla sua capacità di guidare una nazione 3.
Ho già scritto un po di cose sul mio blog e continuo ad essere molto preoccupato del suo stile finanziario monetarista che, per chi non è esperto, sta al capo opposto, come approccio al buon andamento di uno stato, dell'approccio economico.

Gli Idioti che si appagano della Stampa Estera!
A tutti coloro che utilizzano, come riprova della qualità o della scarsezza di un'azione di governo, la stampa estera chiedo se credono veramente che i giornali stranieri possano approvare un'azione dura dell'Italia nei confronti loro? Facciamo un'ipotesi: Berlusconi invece di appoggiare l'attacco alla Libia, avesse invece mandato dei caccia a difesa di Gheddafi. Noi avremmo avuto del petrolio a più basso prezzo e la Francia e l'Inghilterra avrebbero aggredito Berlusconi, forse sarebbero riusciti persino a provare che è collegato al gruppo Odessa. Questo non avrebbe fatto di lui un nazista, ma un oppostiore delle politiche espansioniste di tali paesi.
Non dimentichiamoci che anche se siamo all'interno della UE, l'espansionismo nazionale esiste ancora, anche a scapito delle nazioni "sorelle".
Quindi piantiamola di fare da cassa di risonanza a chi ci vuole più deboli: siamo una nazione di pavidi e servi dei potenti, ma che, pur di fare dispetto alla parte politica avversa, fanno anche da portabandiera degli interessi delle altre nazioni, una cosa proprio da Idioti che accade in continuazione in Italia e la cui vera ragione è: ci vergognamo di ciò che ci dicono che siamo perché sappiamo perfettametne di essere sempre in bilico tra il chiaro e lo scuro.
Il debito pubblico.
Monti è legato a chi vuole che l'Italia restituisca subito il suo debito verso l'estero, e non a chi vuole che l'Italia ritorni ad essere una nazione prospera e forse ce lo chiedono non perché ci vogliano abbattere, ma perché, temo, ci credano più alla nostra capacità di ripresa.
Ergo, è vero che stiamo diventando credibili monetariamente, ma stiamo distruggendo l'ultima industria ancora disponibile sul patrio suolo con tasse e completa inazione sul piano produttivo. Sapete che nel PIL c'è una percentuale altissima di fatturato relativo a affari verso lo Stato, e questa parte non è propriamente produzione ma spesa?
E' esattamente questo che vogliono i supporter di Monti?
Nulla, assolutamente nulla, è stato fatto invece per perequare i privilegi della classe impiegatizia statale e ssimilabili al reale stato dell'economia italiana: non un taglio né di posti né di stipendi, non una rettifica alle "pensioni baby", non una riduzione di privilegi o una internalizzazione degli oneri (pensiamo agli affitti vantaggiosissimi di molti dipendenti dello stato ad esempio).
L'alternativa a Monti
C'è un'altra possibilità di scelta: mettere al governo quelli che aumenterebbero la spesa pubblica, o quelli che metterebbero sulla forca i disonesti. Siamo sicuri che proprio costoro sapranno governare?
Allora se nessuno di questi va bene, chi sceglieremo la prossima volta alle elezioni (sempre che ci saranno ancora)?
Il problema non è quindi chi è al governo, ma il modo con cui possiamo dirigere la politica parlamentare: non ne abbiamo la minima possibilità, perché siamo ormai in quello che Pannella (che non amo per nulla) chiama partitocrazia.
  • Siamo governati da un teorico della finanza monetaria (cioè del gruppo di coloro che scommettono contro l'economia)
  • Abbiamo un parlamento di vassalli di segreterie politiche/gruppi di interesse (non importa il colore, perché fondamentalmente sono gruppi di potere affaristico e non più ideologico), e costoro sono scelti tra coloro che urlano più forte e non tra coloro che sono capaci
  • I ministeri funzionano secondo l'umore dei suoi dirigenti che agiscono indipendentemente dal volere del governo (salvo forse solo ora con Monti che è un vero potere forte)
  • Abbiamo una magistratura che fa principalmente di tutto ma non il lavoro che una nazione civile si aspetta
  • Abbiamo delle banche che non possono fallire e nemmeno rimuovere i dirigenti che possono averle danneggiate
  • Abbiamo una classe intellettuale che si occupa di tutto (finanziamenti, fama locale, cadreghe, politica, etc.) salvo di generare continuità nella cultura (che tra due decenni sarà ormai completamente sparita)
  • I giornalisti ormai non fanno più giornalismo e non esercitano più il controllo dell'operato dei poteri forti, ma ne sono diventati servi fedeli e accondiscendenti.
Ma ci credete veramente che il nostro sia un paese civile? forse solo per quella parte di Italiani che ancora riescono a mantenersi corretti gli uni con gli altri, per coloro che fanno le code e che si fermano ai semafori. Su quelli possiamo ancora contare.
Homo novus
Siamo in realtà un passo già oltre il baratro. Siamo passati dall'epoca dell'homo novus Caio Mario (il Berlusca) all'epoca dell'aristrocratico Silla.
Andate a rileggere la storia di Roma repubblicana per sapere cosa accadrà nei prossimi venti anni!                   
          

16 feb 2012

Dietro il messaggio di Repubblica

Sono in treno e sto guardando la testata di Repubblica di oggi, parla di riforma fiscale e di Ici alla Chiesa. Raramente entro in contatto con Repubblica, e quasi mai sono d'accordo con la sua linea. Non è tanto quello di cui scrive, ma il modo con cui presenta le sue idee. Ciò di cui parla, come in questo caso sono cose sacrosante, nessuno pone in dubbio che la chiesa debba pagare l’ici, e io sarei anche per farglielo pagare anche sulle sue Onlus, tanto di giri di soldi dietro ad ogni attività non lucrativa ce ne sono sempre.
Ma tornando al punto primario, non mi piace mai come Repubblica presenta le notizie. Il senso che si respira è quello di chi sa di essere nel giusto, di rappresentare il bene e di poter chiedere la testa di chiunque sia in quel momento sotto attacco. Insomma il vecchio giustizialismo giacobino vestito di una patina di intellettualità. La scuola, del resto e per chi la sa riconoscere, è quella staliniana, la stessa di D’Alema che, tra tutti i politici italiani è il solo che abbia sempre saputo trasmettere ogni sua idea lasciando la sensazione che, chiunque non pensi come lui, deve essere o un farabutto o nel migliore dei casi un idiota: Franceschini e Bersani per questo aspetto, sono solo sue pallide ombre.
Poi la mia vista - che normalmente non percepisce la pubblicità e la cancella automaticamente – si sofferma sull’ultima pagina, un’ultima piena pagina e si rende conto di cosa c’è raffigurato. A piena pagina (scusate la ripetizione, ma vorrei trasmettere il mio stupore del momento), c’è la figura di un giovane in gessato blu; ma non un giovane intellettuale, bensì un giovane della società bene, sicuro di chi è e sicuro di ciò che rappresenta quando si trova in pubblico, un pubblico ovviamente molto scelto.
E qui il  mio cervello si mette in movimento e si rende conto che la pubblicità è di Ralph Laurent!
Nulla contro quel bel vestito e l’orgoglio statico di giovane per bene che esso rappresenta, ma mi lascia assolutamente stupita la sua presenza su Repubblica; poi mi affiora un pensiero indistinto e mi rendo conto del messaggio implicito che quell’immagina lascia sottilmente affiorare.
Mi metto nei panni dell’editore e mi faccio cogliere dal timore che Ralph Laurent smetta di pagarmi la pubblicità sul mio quotidiano: mi troverei costretto a chiedergli di farla io gratuitamente.
Quella sicurezza, quel mito che questo giovane rappresenta, quell’aria da nobile cavaliere del XXI secolo, erede di una cultura che proviene dal razionalismo e dal materialismo dialettico del XIX e XX secolo, ben si abbina con le emozioni di chi freme di sdegno di coloro che leggono le mie righe.
Esso rappresenta quella certezza immobile ed assoluta di coloro che leggono Repubblica.
Quel vestito gessato e quell’atteggiamento sono i miti del lettore di Repubblica, che apprezza moltissimo sapere che il suo giornale gli dedica una pubblicità così!

26 gen 2012

Strong Password e domande di sicurezza di riserva Cretine

Il concetto di sicurezza di riserva (escape door: uscita di soccorso) nel campo Informatico-Web è la cosa più ridicola se non cretina che io abbia mai visto.
Ti chiedono una Password complessa del tipo Wtr%6@Wqs e poi ti aprono la porta se sai rispondere a domande cretine come quelle tra cui ti obbligano a scegliere.

Ho appena aggiornato il mio profilo in un sito e mi è saltata fuori la solita domanda di sicurezza. Questa volta non ce l'ho fatta ho dovuto scrivere loro questa protesta. (più avanti c'è la traduzione per i pigri)

Company's Internet Site >>> User profile:
Security question: I do not agree with the available options.
Formerly there was a personalized question where you could express better a well concealed question maybe using a trick.
Now this is not p...ossible anymore. How can a question be secure when it is:
- Name of my preferred animal (every friend knows it)
- My mother's name (same)
- My preferred hobby (same)
- preferred movie (after 3 months I'll never remind)
- preferred book (if I've read just Bible as many Americans do, I can answer to it, if I read a book per week I can change my mind after 3 months, I hope to read more and new "preferred books" in my life).
- preferred character (same as before every friend knows)
- preferred destination (how can ask similar question and how can you imagine that this st... question have a static and resilient answer for more than 6 months?)

Sorry for my criticism, but if you observe it from my point of view you can understand better tha from a web designer point of view!

There are some intelligent sites (intelligent because people have done them is intelligent, not only skilled!) where you are asked for a question of your choice to which, in turn,  you give your answer!


La traduzione in Italiano





Precedentemente era possibile avere una domanda di sicurezza personalizzata in cui era possibile nascondere meglio una risposta, magari usando un piccolo gioco di parole.
Adesso non è più possibile. Come può essere sicura una domanda di sicurezza se le opzioni possibili sono queste e solo queste?
  • il nome del mio animale preferito (ogni amico può conoscere la risposta)
  • il nome di mia madre (lo stesso)
  • il mio passatempo preferito (lo stesso)
  • il mio film preferito (dopo tre mesi non me lo ricorderò nemmeno per sbaglio)
  • il libro preferito (se io avessi letto solo la Bibbia come molti Americani, saprei rispondeere a questa domanda, ma visto che leggo un libro a settimana, posso cambiare parere entro 3 mesi, e francamente spero che accada e di poter leggere molti e nuovi "libri preferiti" nella mia vita)
  • il personaggio preferito (lo stesso a proposito degli amici)
  • la destinazione preferita (come si fa a porre una domanda del genere e come si può pensare che una domanda così stupida abbia una risposta statica che sopravviva per più di sei mesi?) 
Mi spiace fare critiche del genere, ma se osservate dal mio punto di vista e non da quello di uno sviluppatore di Web, forse capirete meglio.
Ci sono siti intelligenti (siti intelligenti perche fatti da persone intelligenti e non solo e semplicemente capaci) dove vieni richiesto di scrivere la domanda di tua scelta e dare la conseguente risposta

L'arrivo del WEB 2.0
Forse non tutti riescono a percepire il senso di quello che ho scritto.
Pensate che, quando vi registrate in un sito Web, vi impongono di scegliere una Password complessa, come qualle descritta sopra: Wtr%6@Wqs .
In caso di smarrimento della medesima vi permettono di rispondere ad una domanda con opzioni limitate e stupide come quelle descritte. Una volta superata questa barriera chi ha risposto ha pieno accesso al vostro profilo e può cambiare Password etc.

Molti siti utilizzano questo sistema e tra questi anche molti di quelli che vi vendono un biglietto aereo o simili e che vi addebitano il costo sulla vostra carta di credito
La cosa può essere estremamente disdicevole.

A volte cerco di capire come cose di questo genre possono accadere e credo sia andata più o meno così: un softwarista, in una malinconica giornata di autunno di 8-9 anni fa (proprio quando è nato il Web 2.0) stava sviluppando un modo facile per garantire agli utenti smemorati di arrangiarsi da soli a resettare il proprio account.
Ha quindi pensato ad un sistema di questo genere, con 7-8 opzioni e lo ha riempito sul momento con domande veramente stupide, nate solo per riempire gli spazi con esempi.

Poi è arrivato il tempo del debug.
Poi il tempo del deployment e le domende sono rimaste lì così, non modificate e annidate dentro una stupida opzione che qualsiasi "debugger specialist" poteva usare e a cui poteva rispondere con un semplice "PIPPO".
E le domande sono sempre rimaste lì.
Poi è arrivato il tempo in cui altri softwaristi o altri clienti hanno voluto questa "fichissima" soluzione, molto semplice.
E le domande sono rimaste le stesse perché erano domande e si poteva rispondere per vedere se il sistema funzionava.
E' arrivato anche i tempo delle traduzioni nelle varie lingue.
E le domande sono rimaste le stesse.


Nessuno si è mai accorto, nemmeno tra quelli che rispondevano, che la sicurezza della loro profilo era simile a quella di un'abitazione con porta blindata e serratura di sicurezza raffinatissima con la chiave messa sotto lo zerbino dalla donna delle pulizie.

Pensiero debole
Vedere questo genere di problemi, non è semplice: li avete sotto gli occhi tutti i giorni e ci fate l'abitudine. E' molto difficile guardare le cose quotidiane con occhi nuovi, è molto difficile rimanere vittime di quello che è l'origine del cosiddetto "Pensiero Debole", vedere la stessa cosa tutti i giorni la elimina dal pensiero critico/logico/razionale.

Se avete bisogno, chiamatemi, saprò guardare dove guardate voi e saprò vedere ciò che ormai voi non vedete più.

24 gen 2012

Le liberalizzazioni di Monti toccano un po' qui e un po' là. A quale scopo?

Mi sto chiedendo fin dal primo momento dove Mario MONTI voglia andare a parare.

Sono d'accordo che molti privilegi sono da abolire o da ridurre ma le liberalizzazioni fin qui fatte sono curiosamente portate dove esistono vantaggi per grossi gruppi di interesse ma a carico dei singoli imprenditori. Sembra quasi che il metodo, adottato da alcune aziende di impostazione americana o bocconiana (esempio: multilevel o certi franchising), di massimizzare il loro utile a scapito della loro rete di distribuzione, stia per diventare legge nazionale: permettere una concorrenza feroce sui punti vendita costretti a ridurre i loro margini per alzare il fatturato delle aziende mandatarie che invece stanno in regime di semi-monopolio.

Ci guadagnano i soliti, ma alcuni SONO PIU' SOLITI degli ALTRI (parafrasi Orweliana)
Si parla quindi di liberalizzazioni per migliorare la situazione economica italiana ma viene sempre evitato l'argomento dei risparmi effettivi sulla spesa pubblica come ad esempio il gravissimo caso delle sperequazioni (per i meno addentro, significa: differenza di trattamento, con l'implicito giudizio di INGIUSTIZIA) di trattamento pensionistico tra chi ha lavorato una vita e chi ha fatto quasi nulla.
Mi riferisco qui NON solo ai nostri parlamentari, ma soprattutto a tutti coloro che hanno vivacchiato e tirato sera nella gran massa degli stipendiati della PA e dei grossi Enti pubblici e semipubblici, in cui politici di molte generazioni e di diversi colori hanno messo in salvo i loro "CLIENTES" e "AFFINES".
Tennendo conto che i numeri su questo tipo di potenziali risparmi possono coinvolgere milioni di unità, anche un risparmio di soli 100 € su ogni singolo di una massa così ingente di individui reiterato per qualche mensilità produrrebbe effetti molto rilevanti, nell'ordine delle DECINE di MILIARDI di euro.

BOT contro Debito
Quindi le soluzioni vanno ceracte altrove, non sul risparmio: ecco apparire all'orizonte la soluzione BOT contro debito dello stato : lo Stato paga i suoi debiti con BOT alle aziende creditrici. In questo processo le banche, azioniste degli Emettitori del credito che lo Stato usa (ovvero le BCE da un lato e i BOT dall'altro), riescono ad auto-escludersi dal rischio di solvibilità nella relazione Stato-Spread Vs Creditori.
C'è un MA: con tale espediente il rischio che lo Stato fallisca e non paghi i BOT coinvolgerebbe anche tutte le aziende private creditrici (che oggi vengono pagate nel migliore dei casi con 270 giorni di ritardo, un po' come ricevere il primo stipendio dopo nove mesi dall'inizio del rapporto di lavoro), che crollerebbero con "effetto Domino" le une sulle altre coinvolgendo qualsiasi altra sia ad esse collegate. Facciamo un esempio: una società che fornisce informatica ad un Ministero ha molti fornitori: officine meccaniche, una piccola impresa di pulizia, il suo distributore di benzina, il commercialista, il fornitore di computer etc, ebbene, se fallisse trascinerebbe con sè molte di queste e metterebbe in seria difficoltà quelle che sopravvivono.
Quindi: "altro che i Derivati degli ultimi anni!". Qui rischiamo di costruire il suicidio collettivo di fine 2012: forse i Maya avevano ragione, ma solo per quanto riguarda la patria di Cristoforo Colombo!
Dove si vuole andare a finire? In fondo ad un pozzo?

L'unico lato positivo - per altro molto importante - che vedo, è l'INTERNALIZZAZIONE (termine qui usato nel suo vero senso) del debito dello stato. Non so infatti se nella contabilizzazione i debiti dello Stato non onorati siano inseriti nelle voci del bilancio; sicuramente con l'emissioni di titoli negoziabili quantificabili, il debito non può più essere occultato.

Rimpiangeremo la vecchia Lira!
Ma se la gente - cioè, se voi tutti - vi siete spaventati per gli effetti dell'Euro e per quello che ha prodotto nella sua rigidità valutaria (l'impossibilità di procedere cioè alla continua svalutazione, come accadeva per la povera e usurata Lira) oggi che un'altra fetta delle malefatte italiane (nota: Berlusconi non c'entra nulla, sono abitudini molto antiche vigenti anche nella rossa Emilia Romagna) non può più restare nel limbo del detto e non detto, il carico economico e finanziario dello Stato verrà riversato, come giusto, sulle spalle dei suoi cittadini e a scapito delle loro tasche. Alla fin fine ce lo meritiamo: abbiamo gozzovigliato tutti (si leggano i precedenti post).
Ma tutte le manovre sono a carico del sistema produttivo e non a suo sgravio, dirette cioè contro il sistema parassitico che vive ai danni della Res Publica. Il Governo (inteso come apparato per la gestione dello Stato) dell'Italia resta pur sempre ancora l'immensa macchina inutile: salvare l'Italia resta e resterà ancora un affare dei suoi Servi della Gleba.

Da che parte sta Monti?
La rigidità delle soluzioni estremamente punitive ma a carico del solo sistema economico italiano e a difesa solo del sistema monetario bancario, mi fa sorgere spontanea una serie di domande:
  • siamo sicuri che Monti ami l'Italia e che la consideri veramente il suo paese e non un'espressione geografica come un'altra?
  • o peggio solo un'espressione bancaria?
  • Non è vissuto un po' troppo all'estero e non ha intrecciato relazioni internazionali che lo hanno fatto un po' troppo cittadino del mondo più che cittadino italiano?
Ed altre di merito:
  • siamo sicuri che sia così esperto di Economia (in contrapposizione a Finanza, materia in cui sicuramente eccelle) da saper salvare quella italiana e riavviarla?
  • Il suo sistema a sovra tassazione, che non incentiva in alcun modo l'economia e non prevede veri risparmi (intendo: le suddette decine di Miliardi di Euro), dove porterà l'Italia e l'Europa tra un anno o due?
  • La sua scommessa di riavviare l'imprenditoria creditrice dello Stato con i BOT sarà vinta da tutti o sarà persa da tutti (Stato e Impresa privata ad esso collegata)?
Non oso rispondere!

NB
Non dimentichiamoci che viviamo in un paese in cui siamo passati dal già alto 68% di tasse su tutto ciò che compriamo al 68.9%; cominciamo cioè a lavorare per noi stessi l'8 Settembre alle 11.45, prima lavoriamo solo per pagare le tasse allo stato.

.

1 gen 2012

Il Kaizen materialista dell'Occidente

Il mito Toyota
Le aziende occidentali studiano ormai da anni la Toyota e i suoi fenomeni organizzativi per sapere come fare per vincere.
Nulla invece viene fatto dai CEO, per sviluppare ed armonizzare nei fatti e nel pensiero il senso sociale di quell'azienda verso il mercato e verso chi lavora per lei, tipico dei Giapponesi. Questo senso sociale è stato indubbiamente quello che ha sostenuto la Toyota e il Giappone per decenni ed è il fulcro di quel sistema che ancora ora, nonostante la crisi, lo sostiene.

Eppure noi occidentali non teniamo conto di tutto questo: desideriamo solo muoverci ed assomigliare a tutto ciò, desideriamo impararne le tecniche ma non lo spirito che sta dietro (oserei quasi dire che quasi ci fa paura!). Nell'applicazione delle procedure che si riferiscono all'approccio kaizen abbiamo fatto né più né meno di quello che i Giapponesi hanno fatto con i nostri prodotti industriali negli anni '60 e i Cinesi nell'ultimo decennio: abbiamo costruito dei meccanismi che non sappiamo perché devono funzionare in questo modo, abbiamo imitato le mosse, senza conoscerne la filosofia retrostante, abbiamo applicato schemi freddi e quindi sterili, abbiamo preparato il fallimento della nuova industrializzazione occidentale ed in particolare di quella Italiana, abbiamo sostituito l'uomo con le procedure!

Di un sistema articolato e interconnesso come un'azienda o una nazione, vediamo solo le funzioni e non ne vediamo gli uomini, se non come macchine produttive; vediamo i problemi da risolvere per produrre di più e non ci concentriamo sul benessere, con i risultati che vediamo sia nelle aziende e sia nella nazione stessa.