16 lug 2017

Genialità e gerarchie tecnologiche: due entità facilmente in conflitto!

A volte mi trovo a pensare che molto di quello che dico/penso sembri incredibile. Le mie competenze sembrano o millantate o assolutamente fuori dall’ordinario e risulta pertanto incredibile che siano appannaggio di una sola persona. E a volte persino a me!
Poi mi rendo conto che esiste una differenza profonda tra un tecnico di una qualsiasi materia e una persona che sa pensare (io ovviamente mi includo in questa seconda categoria!)

Tecnico Vs Pensatore

Un tecnico sa gestire problematiche note e quindi si rifà ad una scienza sperimentata, a una manualistica confermata da molte fonti ed esperienza.
Chi sa pensare (chi lo fa veramente!), affronta la realtà in modo completamente diverso: la realtà fornisce indizi, la realtà ha assiomi che sono comprensibili a pochissimi, forse quasi a nessuno. La realtà ha modi di manifestarsi che sono più spesso legati a come la gente tende a porsi in relazione con essa più che con le regole di una logica apparentemente inoppugnabile. Inferendo da tali assiomi, la realtà ha chiavi di lettura possibili e chiavi di lettura contradittorie. Il tecnico usa le chiavi di lettura note fino al momento in cui non sono rilevate essere contraddittorie. Ma per la loro verifica a volte passano ere tecnologiche e scientifiche, se non filosofiche. Per lunghi periodi teorie contraddittorie vengono tenute in vita perché mancano teorie alternative, ma per molti tecnici che hanno mandato a memoria tali teorie, cambiare e decidere di abbandonarle è sicuramente traumatico e sicuramente contraddittorio con il sistema di assiomi che fino a quel momento avevano accettato e che avevano sicuramente applicato e quindi difeso; a ciò aggiungerei che il sistema di conferma gerarchico (ad esempio accademico) che si costruisce dietro ad una teoria ormai matura (termine che eredito dall'economia nell'accezione "mercato...") dà la sicurezza che tale sistema è confermato, inoppugnabile e definitivo (quest'ultima cosa soprattutto è il grande inganno).

Conoscenza tecnologica e gerarchie organizzative

A ciò si aggiunga il fatto che, soprattutto in Italia, il concetto di potere, all'interno di una gerarchia in una qualsiasi organizzazione, poggi essenzialmente sulla conoscenza tecnologica e non sulla capacita di gestire competenze e relative persone depositarie di...(scusate la costruzione inglese, ma qui è perfetta!).
Per cui ogni persona di tale sistema che abbia il sospetto di essere resa obsoleta da qualcuno o da una nuova teoria, tende a reagire in modo violento e conservativo (per se stessa ovviamente) a innovazioni di qualsiasi genere e quindi ad opporsi a sistemi di pensiero che poggiano su ipotesi non confermate se non da un approccio logico ma non statistico/pragmatico/accademico.
Se si passasse invece ad un sistema funzionale orientato ad un bene olonomico, dove le competenze sono sottosistemi personali e chi ne è un latore è detentore di un plus organizzazionale, e chi è in grado di catturare e portare a funzionare nell'organizzazione questi plus viene considerato un manager di valore, lo stile di relazione organizzazionale (e non solo) potrebbe cambiare profondamente, inducendo a privilegiare un sistema che guarda più a ciò che l'organizzazione ha bisogno di ottenere invece del sistema che funziona odierno prevalente basato sulle gerarchie e relazioni tra le persone, poggiante su merce a rapidissima obsolescenza come la conoscenza tecnologica, quando come alternativa si potrebbe contrapporre la capacità di gestire innovazione tramite le persone che si avvicinano all’organizzazione e che vengono catturate dal suo sistema.

Management come gestione di uomini

Questo diverso concetto di relazioni (non di tipo feudale come spesso si vede in Italia) eviterebbe un fenomeno tipico delle organizzazioni, quello della rapida decadenza funzionale e tecnologica quando confrontato con il momento del decollo, quando l'organizzazione nasce per un impulso innovativo e utilizza ciò che di innovativo è disponibile sul mercato: la detenzione in esclusiva, con il rifiuto di riconoscere innovatori "di importazione" all'interno della propria struttura e le relative tecnologie da parte delle gerarchie organizzative "storiche" frena lo sviluppo e la sopravvivenza delle stesse organizzazioni, proprio a causa dell'allontanamento o tacitazione dei latori di innovazione, soprattutto se giovani di età o con idee completamente diverse. Il caso dell'informatica è uno dei più emblematici: le organizzazioni non vengono alimentate da competenze nuove a volte pure in conflitto o avulse dalle originali, come nei casi di Xerox, Nokia o Lamborghini che possiamo mettere in contrapposizione con le molte altre che sono affondate con le loro tecnologie diventate obsolete frutto di un fuoco di paglia.