16 apr 2002

Sciopero del 16/04/02

Si tratta di un vecchio post recuperato da un Backup del mio primo sito.
Lo trascrivo perché è interessante leggere come la realtà di quell'epoca (vista dal mio punto di vista di allora e che oggi posso sicuramente dire "Acutissimo") fosse l'antefatto di quella di oggi e di come nessuno comprendeva la portata delle scelte di allora.


Trasmissione del 19/04/2002 su Rai2. Gestita da Santoro (soggetto ad ebbrezza passiva)

Prolegomeni (antefatto) 

Luogo: i cancelli della Breda di Sesto San Giovanni.

Situazione: picchetto (“no che cavolo picchetto” quello era “un presidio”, come ha ripetuto più volte uno dei presidianti il picchetto) davanti ai cancelli dello stabilimento della Breda di Sesto San Giovanni

Azione: si avvicinano più persone per nulla d’accordo con lo sciopero e vengono più o MENO gentilmente obbligati a rinunciare.

Affermazioni: se entri stai dalla parte del padrone ed altre banalità del genere

Curiosità: non ho capito se il giornalista era razzista, se lo ero io o cosa, ma coloro che tentavano di entrare erano completamente privi di accento (al mio orecchio di Milanese), mentre quelli che “presidiavano” avevano un forte accento (se non erro di una latitudine con valori inferiori alla mia). Curioso, ma è un dato di fatto, sarà che ormai gli operai senza accento non lavorano più alla Breda.

Paralipomeni (postfatto)

Luogo: una casa nei dintorni di Sesto San Giovanni.

Situazione: rientro da una serata di festeggiamenti.

Azione: la telecamera segue in una casa un gruppo di giovani (è il mio occhio che li vede tali, in realtà avevano circa 30 anni, età nella quale si dovrebbe essere maturi). Sorpresa!!! Uno dei giovani era nel picchetto, pardon “presdio” alla Breda, uno con un forte accento. Il giovane con il forte accento percorrendo il corridoio assieme al cameraman, è esaltato, probabilmente lo sciopero è andato benissimo, ha avuto un’adesione del 90% (uno di coloro che non volevano scioperare è riuscito ad attraversare il picchetto, pardon “presidio” e ciò ha fatto abbassare l’adesione VOLONTARIA allo sciopero).

Affermazioni: (del giovane con il forte accento) “Quando ho saputo che venivo a LAVORARE alla Breda sono stato felicissimo: IO, alla Breda, la culla delle lotte operaie degli anni 60 e 70, dove il sindacalismo ha trovato la sua forza. Dove gli operai sono arrivati ad imporre le loro lotte” etc etc.

Dubbio (mio): è sicuro il giovane (con il forte accento) che fosse venuto a LAVORARE alla Breda? Il concetto di lavorare non è semplicemente e limitatamente TROVARSI IN UN POSTO DI LAVORO CON UN SALARIO, come invece sembra essere il presupposto di base del giovane (che dovrebbe, data la sua età, essere maturo).

...a proposito se qualcuno può darmi dati circa la rilevanza che la Breda ha nell’attuale economia Italiana e mondiale (negli hanni 60 era uno dei colossi dell’industria Italiana), è il benvenuto. Io non ne sento quasi più parlare se non in queste occasioni.

Risultato

Forse le lotte operaie hanno prodotto il risultato voluto: importiamo analoghi prodotti dal resto dell’Europa, dagli USA e Giappone.

Le nazioni sorelle europee infatti appoggiano sempre tutte le azioni che impediscono all’Italia di trovare un equilibrio e una spinta. Insultano il nostro Premier (Berlusconi) perché chiede di avere il suo secondo rappresentante in Europa, e la sinistra invece di essere contenta che l’Italia abbia maggior peso, lo attacca, accusandolo di protervia; la politica della sinistra invece è improntata alla quiete, alla sensazione di tranquillità (come dice il buon, e soprattutto bel, Rutelli), la lotta deve essere solo contro i padroni (quelli italiani: non contro le multinazionali estere, NO, quelle sono politicamente corrette e raramente sono soggette a picchetti, pardon “presidi”).

Oltre a ciò la classe operaia e la sinistra SBANDIERANO L’APPOGGIO ESTERO COME UNA CONFERMA DELLA GIUSTEZZA DELLE LORO LOTTE.
Dementi!
Se un’azienda A (in questo caso l’Italia) alza i prezzi dei propri prodotti e decide di dare meno servizi, i lavoratori dell’azienda A (in questo caso i…lavoratori italiani) sono credono di lavorare meno e guadagnare di più; le aziende concorrenti (in questo caso le altre nazioni) ovviamente concordano perfettamente con una tale politica: i dirigenti dell’azienda A sono degli eroi e gli operai dell’azienda A hanno ragione: “troppo lavoro fa male”. In realtà gli uni sono degli im…… e gli altri dei co….

L’azienda A ha vita breve.
Sarà dura fare ritornare le cose a posto nell’azienda A.

E chi ci prova è un reazionario.

Pensateci!

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