1 mar 2017

Medicina ufficiale, Riduzionismo allo stato puro e il test di Ishihara

(Bozza, ma è già interessante!)
Non venite mai a dirmi che la medicina è una scienza: sta solo credendo di tentare di esserlo, ma è talmente indietro per la quasi totalità dei suo adepti da non rendersi conto, proprio per il riduzionismo (Vedi su Wikipedia) da cui è affetta, che la complessità in gioco è tale da poter forse avere un modello matematico di riferimento ma di tale livello e sicuramente così fuzzy da rendere tale disciplina non modellabile praticamente, né riproducibile, come la definizione galileiana di Scienza impone per potersi definire tale; potrebbe tuttalpiù essere osservabile da modello computazionale statistico (che non è propriamente la stessa cosa).
Gran parte del caos (altri direbbero "investimenti") nella ricerca oggi verte-a-creare/spera-di-utilizzare ingenti moli di dati per alzare tanto fumo e far credere che calcolare big data possa generare dal nulla un modello matematico di riferimento (una sorta di analisi di Fourier?). Accade anche di peggio: se un prodotto hard o soft (un tipico esempio sono i farmaci ed in particolare quelli psicotropi, ma il discorso vale anche per altre pseudoscienze con soluzioni sociali o economico/finanziarie) ha un effetto - uno qualsiasi, intendo - su un particolare sistema, si studia come rendere indispensabile quell'effetto sul sistema stesso per poterne sfruttare il potenziale economico e il mercato che si potrebbe venire a creare (mai dimenticare che dietro a tali aziende ci sono grandi fondi speculativi a caccia di utili grandiosi, di cui molti siamo promotori inconsapevoli quando acquistiamo titoli). Non per nulla l'annuario di psichiatria è passato dalle poche pagine degli anni '80/'90 alle molte centinaia di oggi (quando avrà tempo vi troverò i dati), dato il fiorente mercato dei farmaci specifici e i vari simposi periodici hanno delle sponsorizzazioni milionarie.
Il tutto poi è riconducibile problema delle classi P e NP


Lo spunto a decidermi ad accennare a ciò (questa bislacca teoria non nasce da ciò che vado a raccontare, ha fatto nascere solo il desiderio di scriverne qui due righe) mi è nato ripensando al mio pessimo rapporto con il test di Ishiara, quello delle figure qui sotto, che si affronta per il rinnovo della patente: è uno dei tanti esempi di pseudo scientificità di uno dei tanti rami della pseudoscienza medicina accadutimi.
Faccio una premessa per poterne parlare male a ragion veduta: per confermare come il mio sistema vista ed interpretazione delle immagini funzioni bene, da sempre sono stato un killer nel ricomporre i puzzle anche da 5000 (cinquemila) pezzi; una straordinaria capacità di trovare il pezzo giusto memorizzando le nouances di colore dei confini che mi interessava integrare col nuovo tassello; questo la dice lunga sulle mia capacità di percepire i colori e le loro le nouances ed anche di memorizzarle.
Dall'altra parte non sono mai riuscito a vedere i famosi numeri nelle immagini dei testi di Ishihara (oltre la 5° 6° figura) quello usato dalle motorizzazioni per verificare se sei daltonico o meno, per intenderci questo:

Il risultato (è accaduto anche di recente all'ultimo controllo per il rinnovo della patente) è che rischio sempre di essere "bocciato" perché l'oftalmologia continua a credere che la capacità di discriminare i colori della famiglia dei rossi da parte dei coni della retina (o chi per essi) debba NECESSARIAMENTE attivare un pattern neuronale specifico in grado di generare la discriminazione di forma che dovrebbe farmi riconoscere il numero in questione.
Purtroppo per me i miei neuroni sono più interlacciati di quelli di ogni oftalmologo fedele epigono di Ishiara che io abbia incontrato finora e che continua a propormi questo test restando inorridito quando scopre che non sono in grado di risolverlo.

Di fronte alla contraddizione tra Puzzle e Ishihara ho cominciato a fare una valutazione sistemica della cosa e a valutare che l'idea sottostante Ishihara è riduzionismo allo stato puro (si veda il significato di Riduzionista su https://it.wikipedia.org/wiki/Riduzionismo_(filosofia)) e cioè che è una idiozia pensare che la incapacità di percepire le figure nascoste derivi da un'incapacità dei coni etc. della retina di percepire i colori corretti.

Orbene ho formulato un'ipotesi alternativa: se i miei coni non hanno questa capacità di attivare un possibile sottostante sottosistema neuronale/neurale bidimensionale di riconoscimento delle immagini limitatamente al pattern dei rossi (o anche dei verdi) per ricollegarlo a pattern noti non-solo-rossi (ad esempio i classici caratteri di stampa solo neri), forse è solo una questione di apprendimento del mio sottosistema neuronale che resta isolato da altri (quello capace ad esempio di riconoscere i caratteri da stampa in monocolore), e forse è solo questione di esercitarlo un po' ad estendere la sua capacità di connessione o forse, vista l'intelligenza degli oftalmologhi incontrati, di ridurlo ad attivarsi anche in presenza della sola eccitazione dei coni del rosso.
S
to quindi iniziando da qualche giorno a provare ad esercitarmi al test di Ishihara nei vari livelli e con mio immenso divertimento, sto scoprendo che non solo riesco a vedere i numeri (per il momento solo delle prime 8-10 tavole e di qualche altra qui e là), ma posso vedere - se lo desidero e mi resetto in pochi istanti, come si fa con immagini di questo tipo
FrogHorse- i colori da vista normale e da vista daltonica, a mia scelta!
Allora gli oftalmologi incontrati (oftalmologia => Medicina => Scienza, un sillogismo che non esiste!) non hanno ancora capito che il riconoscimento delle immagini non avviene nell'occhio, ma più probabilmente (almeno così sembra da recenti studi svolti negli ultimi 4 secoli!) che avvenga nel cervello!
Eppure si ostinano a pensare che io sia daltonico solo perché non risolvo Ishiara o perché non so decidere se inserire alcune tonalità di turchese tra gli azzurri piuttosto che tra i verdi chiari. La loro opinione è legge, questo è ciò su cui si basa molta della medicina odierna!


... e poi, perché esercito la mia neurologia a leggere i numeri di Ishiara? Non voglio mica un cervello che funzioni come quello di un oftalmologo!

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