27 ott 2010

Ma la Fiat ha veramente approfittato dell'Italia?

Radio 24: Oscar Giannino parla di Marchionne
Ci stavo pensando proprio stasera, venivo verso casa e ascoltavo radio24: è sempre interessante. Le opinioni sono molte e con molte di esse non concordo, come del resto è giusto.


Un discorso mi è rimasto infisso nel cervello: quello a proposito del preteso ladrocinio perpetrato dalla Fiat ai danni del popolo italiano negli anni d'oro della contestazione.

La riconoscenza mancata della Fiat
In molti hanno affermato che la Fiat dovrebbe essere riconoscente allo stato per i miliardi che ha ricevuto sotto forma di Cassa integrazione, finanziamenti, incentivi etc. Ok è vero, la Fiat ha ricevuto dai governi che si sono succeduti, miliardi su miliardi e inoltre ha avuto il permesso di mandare gli operai in esubero in cassa integrazione.

Ma qui sta il punto. La cosa in realtà non ha fatto comodo alla Fiat, nel senso che non è la Fiat ad aver voluto gli operai in cassa integrazione, in altri paesi nello stesso periodo di tempo o si licenziava o al massimo c'era il sussidio di disoccupazione per qualche mese, poi il lavoratore doveva trovare una nuova occupazione altrimenti si sarebbe ritrovato senza alcun reddito nel giro di 6-9 mesi o forse meno.

Dunque, dicevamo: i vari finanziamenti per agevolare le vendite, la cassa integrazione lavoro etc. non erano misure che facevano comodo alla Fiat, che avrebbe sicuramente licenziato gli esuberi (magari anche con il preavviso o altra forma di ammortizzatore aziendale) ma facevano comodo al governo eletto (il centro sinistra) e ai sindacati.

In effetti, se la Fiat avesse potuto licenziare, lo stato avrebbero "solo" dovuto fronteggiare una semi sommossa: eravamo in anni caldi! Tutto questo, data la situazione e dato l'allineamento politico dei partiti al governo in quell'epoca, non si poteva fare e quindi il tutto era stato rinviato a una generazione da destinarsi (la nostra dai 57 anni in giù: io ne ho 53) e distribuito come costo collettivo, per evitare agitazioni pericolose per il colore dell'epoca.

Ma chi lo ha voluto?
Quindi, non veniamo ad inventarci che la Fiat desiderava e sfruttava la Cassa integrazione: la Fiat avrebbe volentieri fatto completamente a meno dei lavoratori in esubero. Punto e basta. Chi avrebbe poi dovuto vedersela con i lavoratori incavolati, avrebbe poi dovuto rispondere della situazione.

Allora la scelta dei governi e dei sindacati dell'epoca è stata quella di ingabbiare la Fiat e obbligarla a tenersi tutti gli esuberi a bordo, anche se costituivano un peso rilevante sul bilancio aziendale.
Se aveste dovuto mantenere a vostre spese tutte le persone che hanno lavorato in casa vostra, chessò, l'idraulico, l'elettricista, la colf che non potete più permettervi, l'imbianchino che vi ha rinfrescato la casa, e dovete tenerveli per legge anche se non avete più bisogno dei loro servigi, voi come sareste ridotti? Che cosa chiedereste al mondo politico, tenendo conto che tutta questa gente che state mantenendo non sta facendo nessun lavoro per voi, ma li state solo pagando; anzi evitate di farli lavorare perché dovreste anche pagare la vernice, l'elettricità, i materiali che si devono usare etc. Sicuramente sareste disperati e incavolati come delle bestie e chiedereste che qualcuno vi aiuti a mantenerli.
È esattamente quello che la Fiat ha fatto! Ha detto: "Visto che non posso licenziare nessuno, tu caro governo, mi dai una mano a supportare tutta questa gente che io non so come impiegare".

Da lavoratori a salariati
Oltre a tutto, in un clima quale quello di quel tempo, la motivazione generale delle persone che lavoravano in Fiat era sicuramente molto bassa e la fantasia nella progettazione scarsa. La produzione di modelli nuovi non era certo la priorità durante quel periodo nero degli anni '80 e '90 e la situazione cambiò tutti, compresi i designer che, in attesa anche loro di una possibile cassa integrazione, erano più concentrati sulla loro sitazione che su voli pindarici di fantasia. In tale clima nasce spesso un revanscismo contro l'azienda che si manifesta con un indebito diritto di sentirsi liberi di svolgere il proprio lavoro in modo meccanico, senza immettere alcuno sforzo supplementare. Tutto il resto, fino ad oggi, è storia e quanto l'Italia sia concorrenziale con i suoi strangolanti e depauperanti vincoli sociali, ormai lo sappiamo molto bene.
Tutto questo non è imputabile alla Fiat, questo è imputabile a quell'avvelenato clima sociale, nato all'epoca ma che ancora permane oggi, che condiziona chi lavora nei riguardi della proprietà, e questo non è solo in casa Fiat.
L'Italia è ormai una repubblica fondata sullo stipendio
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