4 giu 2011

L'infezione di Escherichia Colii

Abstract:

un ceppo di Escherichia Colii ha la bella idea di fare vittime in Germania. Comincia la ricerca del vettore: i cetrioli, la soia etc. Tutti danno la colpa a ciò che ha portato in giro il batterio ma NESSUNO si è chiesto perché pochi esemplari ingeriti abbiano potuto mietere vittime sane (in maggioranza giovani donne) e distruggere intestini apparentemente normali.

Questa è una serie di osservazioni libere sull'epidemia di Escherichia colii (E.  C.), il ceppo di batteri molto virulento che si sta estendendo in Germania in questi giorni, sul perché sta creando i problemi che conosciamo e su come, forse, ridurre il rischio o l’effetto.

L’infezione
Si sta trasformando in una psicosi: sto parlando dell’epidemia di E. C., l’epidemia che apparentemente si sta diffondendo nel Centro e Nord Europa. Ci sono già molti casi in Germania e solo alcuni nel resto dell’Europa.
La diffusione di questa epidemia comunque ha uno strano comportamento, rispetto al solito tipo di diffusione per contaminazione diretta degli alimenti/acque.


Credo di immaginare che i Tedeschi abbiano la cura di lavare la loro verdura, come fanno del resto tutti in Europa, prima di consumarla e credo che lo facessero già anche prima delle notizie di questi giorni. Il lavaggio dovrebbe ridurre il rischio di contaminazione, soprattutto perché la quantità che si rischia di ingerire è comunque limitata. Normalmente il rischio di contaminazione per le enteriti diventa letale se avviene ingestione di acqua contaminata o di cibi che ne contengono ed i questi casi se ne ha in genere una quantità elevata e quindi pericolosa, tutta in una volta.

La malattia avanza
Eppure la malattia avanza e sembra diffondersi nonostante l’allarme.

L’  E.C. non è un contaminante che si diffonde da persona a persona, come un tempo lo fu la peste, nemmeno portata da uccelli come l’influenza aviaria degli scorsi anni, e nemmeno introdotta tramite carni contaminate che ne divengano un veicolo ad elevata diffusione.
Per diventare pericolosa, la varietà normale, deve essere ingerita  in quantità rilevanti. Eppure hanno dichiarato che il veicolo sono dei vegetali, che non condividono uno spazio di contaminazione se non come veicolo e non partecipano alla infezione. Addirittura cetrioli, con pelle liscia e lucida, senza anfratti. Allora mi viene da pensare che la contaminazione è portata da pochissimi, o forse da singoli batteri, il che ne fa un caso molto strano e particolare.

Così  mi sono messo ad elencare alcuni fattori che mi sembrano importanti da considerare e che forse non sono stati presi in considerazione con sufficiente attenzione:
1.       Ogni infezione viene da un microorganismo e in questo caso batteri (e questo è stato sicuramente considerato)

2.       Ogni infezione nel caso presente è trasportata da un veicolo di infezione che in teoria è pulito, come i vegetali (il cetriolo non ha anfratti che possono trattenere sporco e contaminanti) e sicuramente sono stati lavati.

3.       Non credo che possiamo credere che siano stati così contaminati da poterli considerare la principale ragione di contaminazione in termini di massa critica di contaminante tale da rendere la verdura pericolosa

4.       Infezioni pericolose estemporanee, non residenti, sono normalmente molto opportuniste e riescono a prendere forza solo in condizioni molto privilegiate, con ambiente molto protetto, con Ph particolari e in assenza di microorganismi competitori.

5.       L’evoluzione in effetti  non privilegia mai microorganismi altamente mortali, come quelli che stiamo considerando, avrebbero vita dura per sopravvivere e diffondersi.

6.       Le infezioni diventano letali se hanno sufficiente tempo per svilupparsi in un ambiente favorevole

7.       La diffusione su aree molto lontane e sparse, sembrerebbe più correlata con una qualche debolezza dell’organismo delle persone che l’hanno ospitata, una qualche vulnerabilità, piuttosto che per un agente specifico che possa produrre una pandemia, come in passato fu per la peste e recentemente per l’influenza suina.

Per cui mi sembra che questi elementi messi assieme facciano credere più che la mortalità dell’infezione attuale sia dovuta più al fatto di potersi sviluppare indisturbata in un organismo in cui non sono presenti microorganismi in competizione.

I formaggi maturi naturali

















Quando lavoravo nell’impiantistica per l’industria casearia mi è capitato più volte di discutere con esperti della presenza di E.C. nei formaggi e della capacità della flora intestinale di tenere compresso e limitato lo sviluppo di tale batterio, peraltro importante se in pochi esemplari, dovuto alla presenza di molti microorganismi che sono suoi forti competitori.
Alcuni formaggi naturali a pasta molle di buona stagionatura hanno una biosfera ben bilanciata e capace di tenere limitata la proliferazione dell’E.C. e così tenerla lontana dalla quantità critica.

Oggi molte persone per ragioni di benessere e pensando di migliorare le prestazioni della propria flora intestinale assumo quotidianamente singoli o limitati ceppi di microorganismi molto specializzati confezionati in piccole bottigliette da portare con sé in ogni occasione e spesso venduti in cluster da 6 o 12 pezzi, come per sottolineare che è importante assumerne con costanza!
Mi chiedo se questa abitudine non sia rischiosa se compare improvvisamente un microorganismo pericoloso. Me lo chiedo e la mia risposta è già evidente!
I ceppi scelti forse non sono né competitori dell'E.C. né tantomeno tali prodotti hanno competitori per l’E.C. in questione e inducono quindi un’elevata vulnerabilità a microorganismi inattesi che facciano la loro comparsa nell’ambiente.

Conclusione
Mi ricordo quando viaggiavo fuori dall’Italia le prime volte: soffrivo talvolta di problemi intestinali per alcuni giorni, poi il tutto si stabilizzava. Ma negli anni, viaggio dopo viaggio, questi fenomeni non comparivano più, fino al punto in cui potevo permettermi di mangiare anche frutti di mare sulla riva del mare in Cina o in Tailandia senza avere nessun effetto negativo: la mia flora intestinale aveva accumulato sufficiente “esperienza“ per sopravvivere, si era de-specializzata
Quest’ultimo ricordo suffraga i miei dubbi: Credo che sia determinante assumere spesso flora intestinale naturale quale ad esempio quella di formaggi stagionati a pasta molle come i nostri Gorgonzola o Taleggio e i francesi Roquefort o Reblochon o altri di altri paesi dove si producono per tradizione, come in Spagna e Inghilterra e nel resto del mondo.
La Flora Intestinale è un sistema complesso di microorganismi, ognuno con la sua funzione e con un suo equilibrio ben preciso, non deve essere una fabbrica specializzata per un solo tipo: meglio cercare un buon bilanciamento fra i vari tipi, piuttosto che le prestazioni di una alta specializzazione.

Suggerisco di provvederci di Formaggi naturali/tradizionali maturi, almeno finché dura questa epidemia!

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