31 mag 2012

I siti ufficiali con gli orari delle ferrovie

I contenuti dei siti sono ancora decisi dagli informatici e non dagli esperti di comunicazione.

Oramai sono due anni che ho intensificato l'uso delle ferrovie nel mio sistema intermodale di muovermi (mi sento quadsi una merce, più che un umano) tra Verona e il resto del mondo.

Per fare ciò, giro più di un sito per rintracciare orari e costi ma una cosa ancora mi stupisce:
il fatto che dopo molti anni che esistono tali siti, tutti i web masters del settore non hanno ancora percepito che le informazioni che danno a chi consulta On Line gli orari non corrispondono con le informazioni che si trovano nelle stazioni. Quindi chi viaggia in Italia, per ferrovia e su percorsi nuovi o poco usuali, ha sempre il brivido della conferma dell abuona qualità delle informazioni che riesce a raccogliere.

Mi spiego meglio:
Se devo prendere un treno che mi porti da Milano a Cormano (MI) - la mia passata residenza da uomo sposato - sul sito di Trenord riesco a trovare:
  • la categoria del treno (che non mi interessa per nulla)
  • la data di arrivo (raramente diversa da quella di partenza, per cui largamente ignorata dagli utenti normali)
  • il pulsantino per vedere il dettaglio.
Qui posso venire informato di:
  • tutte le fermate intermedie
  • il numero del convoglio, in genere di tre quattro e anche cinque cifre che, come lo si legge, è già stato dimenticato.
  • l'orario di arrivo distinto da quello di partenza (da uno a due minuti di differenza!)
Ma allora di cosa mi posso lamentare?
Una cosa non viene invece mai specificata ed è la cosa più importan (specie se come me arrivate all'ultimo minuto in stazione e avete un disperato bisogno di raccogliere informazioni On-the-fly): la stazione di destinazione finale del treno che dovete prendere, quella per intenderci che compare sui tabelloni mobili delle stazioni.
E' strano, eppure è quasi l'unica indicazione che tutti usano, più ancora che l'ora di partenza.
E' l'indicazione che mi guida alla scelta del binario e che mi rassicura di non stare andando a Verona invece che ha Ginevra (evento realmente accaduto che mi ha permesso di diventare amico di una giovane Italo- Francese che abita in Polinesia; tutto sommato un colpo fortunato).
E' possibile che il responsabile del progetto informatico non abbia mai cercato un treno sul tabellone? Oppure ha imparato, come tutti noi Italiani, a dirsi: "ma guarda se si può essere così cretini da non mettere un'indicazione del genere! Le ferrovie soon proprio al catafascio! Venirre loro un accidente!"

Spero che anche le sue maledizioni contribuiscano all'effetto desiderato nelle mie!

30 apr 2012

La Formazione in azienda è misurabile?

I Modelli di formazione in azienda condividono il modello di guida dell'azienda stessa: emozione (Vision) e/o preparazione sono i due fronti su cui è importante lavorare.
Le aziende in generale limitano la loro azione solo alla preparazione tecnica dimenticando di creare lo "spirito di corpo" necessario al miglioramento.

Io trovo nella domanda "La Formazione in azienda è misurabile?" un'analogia all'altra annosa questione aziendale: i leader si formano o nascono leader? Mi spiego meglio, molte aziende vengono gestite, pochissime sono guidate da veri leader (alcune, onde sgombrare il campo da falsi miti, falliscono anche se guidate da veri leader).
La formazione misurabile per mia opinione condivide lo "spirito" del management, la formazione non misurabile condivide quello della leadership naturale.
Quindi farei distinzione tra un tipo di formazione emozionale, non misurabile se non per un'idea generale che può rispondere solo ad una domanda emozionale del tipo: "ti è servito?" - e che in generale può permettere l'avviarsi di un ciclo di formazione funzionale più efficace perché orientata ad un sistema "emozionato" positivamente - da un lato e la formazione funzionale stessa che crea il salto "tecnico" (anche se si tratta delle cosiddette "Soft skills" tipo vendite, marketing, buona comunicazione etc.) necessario al miglioramento, dall'altro, e che sicuramente è più facilmente misurabile.

Perché dell'Executive e Vision Coaching?
Sono d'accordo che una certa fomazione debba essere misurabile, ma deve essere sempre introdotta da una "formazione" (la metto tra virgolette perché esula parzialmente dalla formazione com'è intesa normalmente, trattandosi spesso più di una ricerca interiore) emozionale, che non è mai in generale misurabile se non a lungo termine.

Teorema sulla formazione
Con questo posso tranquilamente enunciare un nuovo teorema sulla formazione che ho qui parazialmente "dimostrato":
Se una formazione è a lungo termine (a livello di Vision), è in gerale non misurabile!
(questo può benissimo essere correlato con un mio post sulla complessità).


A solo titolo di esempio anche le competenze relazionali, nel mio modello, sono competenze misurabili, mentre sviluppare il desiderio di allargare il proprio mercato verso un'area dove potrebbero apprezzare la qualità di ciò che facciamo, rientra nel campo della formazione non misurabile (che è fondamentalmente Executive e Vision Coaching!)

16 apr 2012

Fare finanza coi soldi del Monopoli

Continuo a sentire e leggere che molti chiedono soluzioni al problema della disoccupazione procedendo a defiscalizzazioni, contributi etc. Agendo cioè sulla remunerazione e non sull'economia.

Oggi è importante capire che fare girare dei pezzi di carta con sopra scritto "100€" che non hanno corrispondenza con un valore produttivo e soprattutto con un valore di mercato (inteso come globale) non ha nessun significato!

Facciamo una legge che ci obblighi ad essere ricchi!
Non è agendo su incentivi o defiscalizzazioni che si incentiva il comparto produttivo ad assumere persone e che si sposta l'asse economico di una nazione flaccida e pigra come l'Italia; ancora speriamo che, con pochi colpi di legge e garantendo più Euro nelle saccocce dei suoi cittadini, le cose cambino.

Siamo una nazione completamente fuori mercato in tutti gli aspetti organizzativi, produttivi, di serietà, di marketing di espansione di mercato etc., ivi incluso il nostro decantato Made in Italy. A breve anche questo sarà prodotto all'estero (moda, Ferrari, Ducati, Alimentari etc.) non perché ci siano progetti in tal senso (o forse magari sì) ma perché nessuno di noi riesce a capire che non bastano aumenti di stipendio per fare girare l'economia ma è invece necessaria (ma non è nemmeno sufficiente) la capacità di generare prodotti o servizi interessanti per il mercato; questi in generale non li sappiamo creare da oltre 50 anni e dopo tutto questo tempo la situazione è molto peggiorata e da che c'è M.M. al governo ancora di più...!).
Si dovrebbe agire su ciò che fa costare il nostro lavoro OGGI (e IERI): si devono internalizzare i costi . Qui internalizzare è usato nel suo vero significato, cioè di rendere di nuovo pertinenti ed evidenti quei costi occulti che vengono a qualsiasi titolo scaricati all'esterno e per ragioni varie quali ad esempio: demagogia, truffa, ed altro; tali costi sono oggi distribuiti ad altri soggetti che non sono coinvolti direttamente nella loro formazione oppure sono ritardati ad altri tempi non pertinenti
Alcuni esempi: previdenza sociale scaricata alle generazioni future, agricoltura di elite che ci obbliga ad importare materie prime di base e a renderci sudditi alimentari di altre nazioni, costi dello stato che si scaricano nel debito pubblico da saldare in altra data molto lontana.  Tali costi, se internalizzati saranno ridotti al minimo perché resi evidenti; questa operazione non è per il momento nemmeno presa in considerazione perché farlo significa, oggi, mettere mano alla pace sociale.

Internalizzare la pace sociale!
Ma anche questa va internalizzata (sempre con il significato suddetto) e non lasciata in eredità come problema ai nostri figli. Quando il bubbone della dissipazione dei nostri genitori e nonni e la nostra insipienza a risolvere questo problema resterà in mano ai nostri figli, probabilmente verremo - prima generazione nella storia - maledetti da loro!
Il progresso tecnologico in quell'epoca sarà addirittura regredito: noi non produciamo più e non costruiamo più macchine di produzione e non facciamo più tecnologia, non abbiamo più una classe di tecnici da cui pescare l'eccellenza, stiamo diventando obsoleti al punto che l'economia diserterà l'Italia da subito e l'Europa in breve (a seguire gli USA). Ci siamo tagliati il ponte dietro di noi, ma quel ponte era un ponte di corda e anche se corriamo veloci in avanti, non arriveremo in tempo a metterci in salvo.
Cosa ne sarà della pace sociale?  Non è difficile immaginarlo!

Il futuro dei nostri potenti
Cosa ne sarà dei potenti come Mario Monti?
Anche per loro ci sarà povertà, perché faranno parte di quel lato della sfida con l'oriente che ha perso per stupidità e cecità sul medio lungo termine. Perché ha puntato tutto sull'eccellenza, come vogliamo fare noi Italiani.
Perché anche lui sarà tra coloro che non si sono accorti di aver giocato con i soldi del Monopoli: in quell'epoca le case e gli alberghi avranno la stessa opportunità di ospitare gente che hanno quelli del gioco della Parker Bros.
E poi raramente si vince al Monopoli avendo solo Viale dei Giardini e Parco della Vittoria e noi Italiani lasciamo tutto per averli.

Ma forse a Monti sarà già venuto per quell'epoca un cancro o qualche altra malattia e sarà già morto!
Forse!


Non voglio essere tra coloro che saranno maledetti dai propri figli!

2 apr 2012

È lo stato la canaglia

Poiché le soluzioni come quelle che il nostro governo ci ha prospettato sono soluzioni che anche un cretino poteva inventarsi, io mi chiedo sempre (e lo chiedo a tutti) possono essere soluzioni intelligenti?
L'attacco ai patrimoni privati è molto pericoloso: al di là del problema dell'evasione fiscale, i patrimoni privati sono l'unica sorgente di ricchezza per il popolo (in contrapposizione allo stato) che oggi restino all'Italia intesa come genti e non come governo.
Il problema oggi è difendere i patrimoni privati dall'attacco delle tasse, non di metterlo a disposizione di un governo che lo vuole affidare ad uno stato sperperone e assolutamente indifferente all'economia reale.
Anche se dico questo, non ho patrimoni da difendere e il mio settore originale di lavoro non esiste quasi più per cui non ho interessi egoistici da proteggere.
Desidero fortemente la ripresa di un'economia reale non basata sui consumi/elargizioni da parte di uno stato corrotto e corruttore e vorrei che la si piantasse di parlare di eccellenza e alta teconolgia in una nazione dove tutto ciò che ha a che fare con l'alta tecnologia viene immancabilmente cassato da una minoranza anacronistica e faziosa
L'alta teconologia è un miraggio: occupiamoci dell'industria di base. Se non riusciamo a rendere concorrenziale questa vuol dire che non saremmo in grado nemmeno di rendere remunerativa quella da "Oceano Blu": Siamo Italiani, non Americani.

21 mar 2012

Il Medioevo prossimo venturo

In moltissimi casi l'opzione di cedere alla pressione del mercato globale resta l'unica alternativa possibile per mangiare fino a domani.

La ricchezza è immorale
La Ferretti Yachts ha ceduto una parte del suo capitale alla pressione cinese, gli yacht dei prossimi ricconi, saranno costruiti là. Criticare questa situazione è facile, dispiacersene è normale, ma in un paese dove la ricchezza (soprattutto quella degli altri!) è considerata immorale dal 99% della popolazione (verosimile se estendiamo il dato anche ai benestanti invidiosi, come dicevo prima) possa continuare a mantenere vivo il settore del bene di lusso? Se poi ci aggiungiamo quello che sta accadendo come atteggiamento ormai persecutorio verso la ricchezza (che sono d'accordo, in molti casi non è particolarmente limpida!), i beni di lusso scompariranno dall'Italia. Direte va be', ne possiamo fare anche a meno. Il problema è che i beni di lusso erano uno degli ultimi baluardi economici italiani.

La nostra vera ricchezza è il "mercato del Vecchietto"
Abbiamo lentamente perso tutto, ora ci manca solo che affidiamo anche il mercato del vecchietto ai cinesi, mandandoglieli a pensione per pochi euro al mese e poi non ci resta più nessuna fonte di reddito. La situazione a parte la battuta (non ho osato dire " a parte gli scherzi") è veramente grave: so di casi in cui i titolari di aziende ormai chiuse, per sopravvivere, vanno ad insegnare in nazioni straniere le tecnologie che stanno dietro ai manufatti che producevano nel passato; si parla di media tecnologia, quindi con una redditività decente. Ebbene ormai è morta. Quindi non solo non produciamo più, ma stiamo perdendo le licenze e perderemo anche il primato tecnologico e nel giro di pochi anni perderemo anche la conoscenza tecnologica, perché è inutile illudersi, non si può avere una conoscenza astratta e non legata ad un mercato e ad un'operatività.

Il nuovo medioevo
Siamo destinati ad un nuovo medioevo, fatto di feudalesimo (già ci siamo) e di oscurantismo (già ci siamo) e di regresso ad un'economia locale basata sulla capacità di produrre solo beni consumabili (per questo ci stiamo attrezzando).

Credo che sia giusto che una nazione dove la ricchezza è considerata immorale sia da chi non ce l'ha che da chi l'ha accumulata (magari in modo non limpido), essa scompaia offesa ed irata.
Forse dovevamo pensarci prima, prima di parlarne stupidamente male.

17 mar 2012

Un lutto interiore

Ormai separati
Non ne voleva più sapere, erano ormai mesi che andavano avanti recriminando sul passato. Lui era stato balzato fuori dalla sua vita e lei lo aveva escluso perché troppi erano i problemi rimasti e lasciati insoluti.
Nulla del rapporto che era durato più di vent’anni sembra importante. Nulla per cui valesse la pena protrarre questa lenta agonia che ormai si materializzava nell’angoscia, in un nodo che serrava l’esofago, ogni volta che lui entrava in casa.
Era stato una figura che non era più nel suo cuore da molto tempo ma che il senso del dovere l’aveva obbligata ad accettare in ogni gesto quotidiano... (continua)

... e dopo la tempesta
Non so se il mare può annegare il dolore di una morte,
ma la vicinanza del dolore tiene viva la  morte, la morte nel cuore.
Forse un giorno quando tutto sarà finito,
il dolore si trasformerà in mancanza e
la mancanza darà forse la pace,
forse un giorno, o forse mai.

Luca CODELUPPI
(1 Aprile 2007: uno scritto dimenticato in un angolo del mio computer)

15 mar 2012

Sabina Guzzanti è proprio trita e ritrita

Argomenti ormai esausti, perbenismo demagogico, esperti di economia da strapazzo (la soluzione è: aumentare gli stipendi), , la nuova trasmissione della Guzzanti, inizia proprio malinconica, allietata solo da un coro di persone che ridono di battute che girano all'interno di una confraternita.

A parte il narcisismo della Guzzanti che non tollero e che fa il paio solo con quello di Andrea Vianello (si somigliano persino, con la stessa mascella che sorride della propria arguzia e di ciò che si citano addosso), ho trovato gli argomenti della trasmissione "Un Due Tre Stella" così scontati e talmente aderenti al più vieto perbenismo/conformismo di sinistra degli ultimi 10 anni da risultare inutile aver impiegato tempo risorse e ospiti illustri per riassumere in tre ore cose già note e sorpassate.
La Guzzanti ha persino evidenziato con "sottile" ironia cosa significhi - per lei e per chi è "aggiornato" come lei - essere pro TAV: nella sua personalissima accezione, vuol dire essere fra coloro che vogliono fermare la costruzione della TAV, essere PRO attivismo anti TAV un miracolo di contrazione semantica!
Insomma vuole farci passare il seguente messaggio: "Quelli di fuori devono proprio essere scemi se non colgono la naturale posizione che la TAV deve occupare nel futuro dell'Italia!".

L'analisi economica dell'esperto del PD faceva decisamente pietà, orientata com'era all'idea di fare circolare più carta moneta e alzare gli stipendi ai lavoratori di aziende ormai fantasma o sul punto di chiudere.
Possibile che un sedicente esperto di economia non si sia ancora accorto che l'Italia non esporta più perché il costo del lavoro è assolutametne fuori controllo?

Sabina Guzzanti: una boscevica piccola piccola!
In varie occasioni,  con piccole derive da bolscevismo italico, la Guzzanti riesce persino ad affermare - e ci crede pure, dimostrando con questo il suo tasso di ottusità anti-democratica che Guareschi avrebbe definito "trinariciuta" - che in democrazia si deve poter decidere a maggioranza indipendentemente dal fatto che il campione che decide sia ristretto e assolutamente non rappresentativo del desiderio della totalità del popolo italiano (vedi il caso della TAV/Val di Susa contro il resto dell'Italia).
Ovviamente, considerata la democraticità della Guzzanti, ciò è maggiormente vero se il campione ristretto in questione condivide la sua idea. Lei resta sempre un vero esempio di fulgida democrazia da post '68: forse nemmeno M. Capanna era mai arrivato a tanto!
Non so cosa ne penserebbero i non-maiali di Orweliana memoria: forse che "le decisioni di alcuni devono essere accettate perché sono più democratiche di quelle di altri"?

Talvolta penso che si debba sentire superiore agli altri 
(la pessima battuta sulla Fallaci)

Mi viene sempre in mente la sua vomitosa battuta in uno sketch contro la Fallaci dopo "L'orgoglio e la ragione". In diretta televisiva, pensando con questo di essere spiritosa, di fare satira e di poterselo permettere perché lei è - e scusate se è poco - LA Sabina GUZZANTI, fece dire ad una voce fuori campo, mentre imitava la Fallaci con tuta mimetica, elmetto e bombe a mano sul giubbino militare: "Ti venisse un cancro" a cui lei, sempre imitando la Fallaci rispose: "Già fatto!".
Scusate l'espressione un po' colorita: una roba da vero vomito, speculare su ciò.
Quando una persona crede di potersi permettere di dire cose del genere e ritiene che il suo pubblico possa apprezzarle, colloca sè stessa al di sopra dei comuni mortali e il suo pubblico tra una casta di eletti immortali. Siamo all'anticamera del nazismo!

Compagnucci della parrocchietta
Alla fine mi sembravano un gruppo di accoliti, quasi un oratorio di una volta dove le battute sono ormai codificate da poche parole chiave e da espressioni e ammiccamenti: basta un piccolo accenno perché tutti ridano della stupidità di chi non capisce, di chi sta fuori dal loro coro.
Una situazione che in Italia si ripete con lo stesso copione da ormai più di 40 anni, dove gli stupidi sono gli altri, quelli che non stanno con quella classe di persone indottrinate che si credono intellettuali.


Domandona
Ma se la Guzzanti è PIU' uguale degli altri, di che razza è?


PS.
Com'è che tutti i fratelli Guzzanti sono in televisione a fare gli attori comici, spesso in coppia tra loro?
Bravura e determinazione?
Oppure Casta?

24 feb 2012

I primi 100 giorni di Monti: sono tutti completamente pazzi! (o idioti?)

Ho appena ascoltato su Tg24 (so benissimo di chi è) una serie di interviste sui primi 100 giorni di Monti.
 Sono sempre più preoccupato: tutti sono contenti (salvo Cirino Pomicino che si guadagna un mio "mi piace") che l'Italia abbia guadagnato credibilità all'estero.
Ma a che costo?

Il PIL a peripatetiche
Abbiamo in 6 mesi perso il 1.3% di PIL e siamo quindi in una recessione pesante, il pareggio del bilancio che sarà dopo la fine del governo Monti (non so perché ma mi viene in mente G. Prina) è un'illusione mentre la recessione dell'Economia vera è una realtà già adesso: c'è chi dice che la recessione reale è già del 3% se viene valutata al netto di drogaggi economici e sono propenso a credere che sia anche più alta al netto degli ammortizzatori sociali che sono costi sociali che alzano il PIL permettendo spesa.

Si parla delle difficoltà dei lavoratori a reddito fisso, che invece per il momento non hannno alcun problema. Chi ha problemi sono quelli a reddito labile, dai giovani ai 50enni a P. IVA, di costoro nessuno (salvo Cirino Pomicino) ne parla eppure molti di costoro sono dententori di tecnologie e di quello di cui  tutti si riempiono la bocca: il Know How e stanno andando alla deriva con le loro conoscenze e con il senso di abbandono e frustrazione!

La maschera della Morte Rossa (ovvero la PA non si sta accorgendo di nulla).
Risparmi reali su scala nazionale non ne sono stati fatti per l'immediato, ma solo per il futuro. I privilegi sono ancora garantiti a tutti salvo a farmacisti e a taxisti (spero che una sera la moglie di Monti non debba andare in taxi a comprare un farmaco salva vita a suo marito).
La PA (e Monti nemmeno) non ha ancora nemmeno iniziato a pensare di ridurre l'organico o di ridurre i costi.

Evasori fiscali cattivi ed evasori fiscali buoni
L'unica cosa che si pensa di fare è di colpire gli evasori e di portare i 60 miliardi di € dalle tasche di privati a quelle dello Stato: pensate sul serio che Monti & Co le impiegheranno meglio di coloro che le avevano in loro possesso? Che creeranno ricchezza con quei soldi? Ditemi di Sì e mi farò una bella e sonora risata. So che a livello di giustizia sarebbe importante, ma a livello di economia sarebbe un ulteriore colpo verso la recessione.

Un baluba dell’IDV ha persino affermato che il meridione è una sorgente di ricchezza per l’Italia, basta fare detrazioni fiscali, abbuoni previdenziali, finanziamenti per l’industrializzazione e assunzioni a tempo indeterminato. Costui non ha nemmeno pensato che  trovarsi a fare impresa in quelle condizioni è praticamente come essere degli evasori fiscali, solo che lo si è in modo ufficiale.

Ieri avevo paura, ma oggi...
Ma se queste sono le idee che girano nella testa dei nostri esperti politici, ieri ero forse spaventato, oggi sono terrorizzato. Questi idioti sono esperti di politica o meglio di demagogia da vendere alla CGIL e alla Merkel, ma di economia non capiscono assolutamente nulla. Anzi sono pericolosissimi, perché confondono oneri con guadagni, scambiano debiti verso il futuro per opportunità, confondono moneta e debito pubblico con PIL e anche i consumi dello stato con ricchezza economica.

Sono dei pazzi, anzi no sono degli imbecilli totali a cui si dovrebbe impedire di accedere ancora solo per un giorno ai seggi parlamentari dove vanno a fare voto di scambio contro speranza e sicurezza ma che in realtà preparano la povertà di domani pomeriggio.

La criminalità organizzata
Per fortuna non hanno ancora parlato di lotta alle mafie: quelle almeno fanno utili con il loro Export; quelle sì contribuiscono al bilancio commerciale dell'Italia con l'estero, sono un lato sano dell'economia nazionale.
Pensate che trovano anche mille modi di pagare tasse volontariamente sui loro introiti: il giusto modello di Italiani veramente civili, nessuno li obbliga a farlo, ma loro fanno lo stesso il loro dovere di cittadini con il fisco!

Dimenticavo!
L'Art. 18 non si tocca! Questo rende l'Italia un paese dove è interessante investire!

22 feb 2012

Il mio Voto al Governo Monti

Il mio voto al governo Monti è: se penso ai danni che sta facendo all'economia 10, se penso alla sua capacità di guidare una nazione 3.
Ho già scritto un po di cose sul mio blog e continuo ad essere molto preoccupato del suo stile finanziario monetarista che, per chi non è esperto, sta al capo opposto, come approccio al buon andamento di uno stato, dell'approccio economico.

Gli Idioti che si appagano della Stampa Estera!
A tutti coloro che utilizzano, come riprova della qualità o della scarsezza di un'azione di governo, la stampa estera chiedo se credono veramente che i giornali stranieri possano approvare un'azione dura dell'Italia nei confronti loro? Facciamo un'ipotesi: Berlusconi invece di appoggiare l'attacco alla Libia, avesse invece mandato dei caccia a difesa di Gheddafi. Noi avremmo avuto del petrolio a più basso prezzo e la Francia e l'Inghilterra avrebbero aggredito Berlusconi, forse sarebbero riusciti persino a provare che è collegato al gruppo Odessa. Questo non avrebbe fatto di lui un nazista, ma un oppostiore delle politiche espansioniste di tali paesi.
Non dimentichiamoci che anche se siamo all'interno della UE, l'espansionismo nazionale esiste ancora, anche a scapito delle nazioni "sorelle".
Quindi piantiamola di fare da cassa di risonanza a chi ci vuole più deboli: siamo una nazione di pavidi e servi dei potenti, ma che, pur di fare dispetto alla parte politica avversa, fanno anche da portabandiera degli interessi delle altre nazioni, una cosa proprio da Idioti che accade in continuazione in Italia e la cui vera ragione è: ci vergognamo di ciò che ci dicono che siamo perché sappiamo perfettametne di essere sempre in bilico tra il chiaro e lo scuro.
Il debito pubblico.
Monti è legato a chi vuole che l'Italia restituisca subito il suo debito verso l'estero, e non a chi vuole che l'Italia ritorni ad essere una nazione prospera e forse ce lo chiedono non perché ci vogliano abbattere, ma perché, temo, ci credano più alla nostra capacità di ripresa.
Ergo, è vero che stiamo diventando credibili monetariamente, ma stiamo distruggendo l'ultima industria ancora disponibile sul patrio suolo con tasse e completa inazione sul piano produttivo. Sapete che nel PIL c'è una percentuale altissima di fatturato relativo a affari verso lo Stato, e questa parte non è propriamente produzione ma spesa?
E' esattamente questo che vogliono i supporter di Monti?
Nulla, assolutamente nulla, è stato fatto invece per perequare i privilegi della classe impiegatizia statale e ssimilabili al reale stato dell'economia italiana: non un taglio né di posti né di stipendi, non una rettifica alle "pensioni baby", non una riduzione di privilegi o una internalizzazione degli oneri (pensiamo agli affitti vantaggiosissimi di molti dipendenti dello stato ad esempio).
L'alternativa a Monti
C'è un'altra possibilità di scelta: mettere al governo quelli che aumenterebbero la spesa pubblica, o quelli che metterebbero sulla forca i disonesti. Siamo sicuri che proprio costoro sapranno governare?
Allora se nessuno di questi va bene, chi sceglieremo la prossima volta alle elezioni (sempre che ci saranno ancora)?
Il problema non è quindi chi è al governo, ma il modo con cui possiamo dirigere la politica parlamentare: non ne abbiamo la minima possibilità, perché siamo ormai in quello che Pannella (che non amo per nulla) chiama partitocrazia.
  • Siamo governati da un teorico della finanza monetaria (cioè del gruppo di coloro che scommettono contro l'economia)
  • Abbiamo un parlamento di vassalli di segreterie politiche/gruppi di interesse (non importa il colore, perché fondamentalmente sono gruppi di potere affaristico e non più ideologico), e costoro sono scelti tra coloro che urlano più forte e non tra coloro che sono capaci
  • I ministeri funzionano secondo l'umore dei suoi dirigenti che agiscono indipendentemente dal volere del governo (salvo forse solo ora con Monti che è un vero potere forte)
  • Abbiamo una magistratura che fa principalmente di tutto ma non il lavoro che una nazione civile si aspetta
  • Abbiamo delle banche che non possono fallire e nemmeno rimuovere i dirigenti che possono averle danneggiate
  • Abbiamo una classe intellettuale che si occupa di tutto (finanziamenti, fama locale, cadreghe, politica, etc.) salvo di generare continuità nella cultura (che tra due decenni sarà ormai completamente sparita)
  • I giornalisti ormai non fanno più giornalismo e non esercitano più il controllo dell'operato dei poteri forti, ma ne sono diventati servi fedeli e accondiscendenti.
Ma ci credete veramente che il nostro sia un paese civile? forse solo per quella parte di Italiani che ancora riescono a mantenersi corretti gli uni con gli altri, per coloro che fanno le code e che si fermano ai semafori. Su quelli possiamo ancora contare.
Homo novus
Siamo in realtà un passo già oltre il baratro. Siamo passati dall'epoca dell'homo novus Caio Mario (il Berlusca) all'epoca dell'aristrocratico Silla.
Andate a rileggere la storia di Roma repubblicana per sapere cosa accadrà nei prossimi venti anni!                   
          

16 feb 2012

Dietro il messaggio di Repubblica

Sono in treno e sto guardando la testata di Repubblica di oggi, parla di riforma fiscale e di Ici alla Chiesa. Raramente entro in contatto con Repubblica, e quasi mai sono d'accordo con la sua linea. Non è tanto quello di cui scrive, ma il modo con cui presenta le sue idee. Ciò di cui parla, come in questo caso sono cose sacrosante, nessuno pone in dubbio che la chiesa debba pagare l’ici, e io sarei anche per farglielo pagare anche sulle sue Onlus, tanto di giri di soldi dietro ad ogni attività non lucrativa ce ne sono sempre.
Ma tornando al punto primario, non mi piace mai come Repubblica presenta le notizie. Il senso che si respira è quello di chi sa di essere nel giusto, di rappresentare il bene e di poter chiedere la testa di chiunque sia in quel momento sotto attacco. Insomma il vecchio giustizialismo giacobino vestito di una patina di intellettualità. La scuola, del resto e per chi la sa riconoscere, è quella staliniana, la stessa di D’Alema che, tra tutti i politici italiani è il solo che abbia sempre saputo trasmettere ogni sua idea lasciando la sensazione che, chiunque non pensi come lui, deve essere o un farabutto o nel migliore dei casi un idiota: Franceschini e Bersani per questo aspetto, sono solo sue pallide ombre.
Poi la mia vista - che normalmente non percepisce la pubblicità e la cancella automaticamente – si sofferma sull’ultima pagina, un’ultima piena pagina e si rende conto di cosa c’è raffigurato. A piena pagina (scusate la ripetizione, ma vorrei trasmettere il mio stupore del momento), c’è la figura di un giovane in gessato blu; ma non un giovane intellettuale, bensì un giovane della società bene, sicuro di chi è e sicuro di ciò che rappresenta quando si trova in pubblico, un pubblico ovviamente molto scelto.
E qui il  mio cervello si mette in movimento e si rende conto che la pubblicità è di Ralph Laurent!
Nulla contro quel bel vestito e l’orgoglio statico di giovane per bene che esso rappresenta, ma mi lascia assolutamente stupita la sua presenza su Repubblica; poi mi affiora un pensiero indistinto e mi rendo conto del messaggio implicito che quell’immagina lascia sottilmente affiorare.
Mi metto nei panni dell’editore e mi faccio cogliere dal timore che Ralph Laurent smetta di pagarmi la pubblicità sul mio quotidiano: mi troverei costretto a chiedergli di farla io gratuitamente.
Quella sicurezza, quel mito che questo giovane rappresenta, quell’aria da nobile cavaliere del XXI secolo, erede di una cultura che proviene dal razionalismo e dal materialismo dialettico del XIX e XX secolo, ben si abbina con le emozioni di chi freme di sdegno di coloro che leggono le mie righe.
Esso rappresenta quella certezza immobile ed assoluta di coloro che leggono Repubblica.
Quel vestito gessato e quell’atteggiamento sono i miti del lettore di Repubblica, che apprezza moltissimo sapere che il suo giornale gli dedica una pubblicità così!